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Viaggio nelle dimore di pregio di Marrakech

Viaggio nelle dimore di pregio di Marrakech

09 agosto 2023, 11:52

di Olga Piscitelli

ANSACheck

CREDIT Inside Marrakech: Enchanting Homes and Gardens’ (Rizzoli New York) di Meryanne Loum-Martin - RIPRODUZIONE RISERVATA

CREDIT Inside Marrakech: Enchanting Homes and Gardens’ (Rizzoli New York) di Meryanne Loum-Martin - RIPRODUZIONE RISERVATA
CREDIT Inside Marrakech: Enchanting Homes and Gardens’ (Rizzoli New York) di Meryanne Loum-Martin - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Olga Piscitelli)

RABAT - “Il mio viaggio nelle dimore di pregio di Marrakech, è un omaggio alla diversità, al mix di culture e visioni, possibile solo in questo angolo di Marocco. Anzi, credo, del mondo”. ‘Inside Marrakech: Enchanting Homes and Gardens’ (Rizzoli New York), è il volume che Meryanne Loum-Martin dedica alla città rosa, cambiando in modo definitivo il modo di leggere l’architettura e il decoro marocchino. Il viaggio è lungo 270 pagine, fitte di immagini e suggestioni.

L’autrice, figura di spicco dell’ambiente culturale marrakchi, spalanca la porta a stelle chiodate della casa di Patti Birch, filantropa newyorkese e collezionista di arte islamica, e attraverso le stanze di Charles Boccara ridisegna la silhouette di un personaggio ritratto, ai tempi, da Man Ray e ora celebrato a Marrakech con il Museo delle Confluenze, tra i più frequentati in Marocco. Segue poi gli arredi di Villa Taylor, la dimora dove Churchill portò il presidente Roosvelt che, secondo lo statista inglese non poteva lasciare il Marocco senza aver visto il tramonto sull’Atlante dalla terrazza di quella casa. Prima di passare velocemente nelle case di Yves Saint Laurent e Pierre Berge, già viste in numerose pubblicazioni, Loum-Martin ci introduce negli spazi perfettamente Art Deco di Bled Roknine, dove Yves Saint Laurent ha trascorso molte ore, a fare chiacchiere con Aziz e Christine Alaoui che ne sono proprietari. Poi ci sono gli amici, “solo persone simpatiche”, che aprono le porte di casa loro a Maryanne: Paolo Bulgari con il suo favoloso riad, Mahi Binebine, eclettico artista e scrittore, i principi Ruspoli, Vanessa Branson o Jasper Conran. E poco importa che abbiano case private o riad destinati al turismo d’élite: l’obiettivo di Jean Cazals è sempre pronto a fotografare la meraviglia. Nella medina, in città nuova, nel palmeto o nelle immediate periferie di Marrakech.

Le immagini, da sole, potevano bastare per un libro da tenere in salotto. Ma per Meryanne, avvocato a Parigi e poi imprenditrice in Marocco, c’erano molte cose da dire. È attraverso la sorpresa dell’autrice, spirito libero, con radici francesi, caraibiche e africane, che si delinea casa dopo casa lo stile definitivo di Marrakech. “Artisti, designer, spiriti creativi di ogni angolo del mondo - spiega Loum-Martin - fondono il ritmo ipnotizzante della città in nuovi linguaggi”. C’è un’attitudine bohémienne che a Marrakech trova radici. Il risultato era forse sfuggito ai tanti turisti di passaggio, distratti dall’incanto del caos. Ha colto di sorpresa anche i lettori che soltanto nella prima settimana di uscita hanno comprato 10 mila copie del volume.

Il carotaggio nella storia recente di Marrakech, dalla Seconda guerra mondiale e poi attraverso Bill Willis, l’architetto visionario, amico di Paul e Thalita Ghetty, che crea un nuovo orientalismo, in questo estremo lembo di Occidente, è il filo rosso che si lega a doppio nodo alle vite dei globe-trotter divenuti stanziali a Marrakech. I colori delle loro case di Jaipur, i muri a secco del Messico, i vetri Lalique della nonna: tutto qui ha trovato posto in un nuovo ordine.

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