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La Napoli segreta dei Nu Guinea

La Napoli segreta dei Nu Guinea

09 gennaio 2019, 09:30

Redazione ANSA

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Nu Guinea - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nu Guinea - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nu Guinea - RIPRODUZIONE RISERVATA

NAPOLI - Il duo partenopeo, autore di uno degli album del 2018, racconta la città che ha ispirato la propria musica, tra tour in kayak, street art e itinerari enogastronomici

“A Napoli si può girare per anni senza fare mai la stessa cosa”, di-cono della propria città i Nu Guinea, al secolo o Massimo Di Lena e Lucio Aquilina, partenopei di nascita, berlinesi d’adozione, creatori di un suono che, proprio come la Napoli che descrivono, sembra non esser mai uguale a se stesso. In ‘Nuova Napoli’, uno dei dischi migliori del 2018, il duo spazia dal funk degli anni ’70 a beat afro, passando per la disco e, soprattutto, per i lavori di mostri sacri come Pino Daniele e James Senese. Un mix tutto fuorché scontato, che affonda le radici in una città che i due conoscono profondamente, e che ci raccontano in questa intervista, tra tour in kayak in luoghi nascosti, ristoranti tradizionali e la street art del Rione Sanità.

“Nel nostro immaginario Nu Guinea rappresenta un paese esotico, paradi-siaco, nel quale artisti di tutto il mondo mescolano culture musicali diffe-renti e nascono nuovi ibridi musicali”, raccontano all’ANSA Aquilina e Di Lena.

La vostra musica, in effetti, sembra non preoccuparsi di rientro in qualche genere preciso. “Quando abbiamo fondato i Nu Guinea non ci siamo posti limiti: facciamo quello che ci fa stare bene senza pensare alle logiche di marketing. E la gente ha dimostrato di apprezzare questa genuina passione”.

Cantare in napoletano non è scontato in Italia, figuriamoci all’estero, dove vi esibite spesso, con successo. Che reazioni avete dal pubblico straniero? “Il dialetto napoletano viene percepito in modo diverso a se-conda del luogo dove suoniamo: a Tel Aviv ci dicono che la nostra sembra musica africana, c’è chi invece ci sente musica francese o addirittura turca. Ciascuno, insomma, dà la propria interpretazione…”

Qual è la Napoli che i Nu Guinea amano di più? “Il nostro ‘tour’ ideale parte sempre dai vicoli dei Quartieri Spagnoli, del centro storico, della Sanità. La Napoli dei panni stesi, insomma, con le signore che cantano musica neomelodica a tutto volume. Ma si potrebbe fare anche un itinerario storico, oppure culinario: la scelta è talmente ampia che un turista potrebbe stare a Napoli per anni senza fare la stessa cosa”.

Come dovremmo visitare i Quartieri Spagnoli? “Girando tra i vicoli, tenendo d’occhio portoni e saracinesche, dove si celano opere di street artist come Cyop & Kaf, che hanno lavorato molto colorando i vicoli dei Quartieri”.


Uscendo dai percorsi più noti,quale itinerario ci suggerireste di seguire? “Un giro meno convenzionale, che abbiamo fatto spesso. è in canoa, coi ragazzi di ‘Kayak Napoli’, che organizzano tour guidati per far scoprire una città nascosta, fatta di grotte marine, cunicoli di tufo, baie come Trentaremi, luoghi nascosti e e inaccessibili”

Napoli è anche la patria del gusto: iniziamo un giro enogastronomico in compagnia dei Nu Guinea. “Partiamo dalla colazione: da ‘Moccia’ a mangiare pizzette, se si ha voglia di salato, da ‘Scaturchio’ per una sfoglia-tella dolce. Per il pranzo invece consiglio di andare a ‘Lo Spiedo d’Oro,’ trattoria economica e molto buona che apprezziamo molto, tanto che nel nostro disco abbiamo fatto loro una piccola dedica”.

Per concludere una giornata alla scoperta napoletana, dove dovremmo trovarci all’ora di cena? “Prima potremmo bere un bicchiere di vino alla ‘Fesseria’, in centro, per poi passare alla cena vera e propria: se si vuole mangiare pizza andrei da ‘Starita' a Mater Dei oppure a Piazza Dante da ‘Leon d’Oro’”, concludono i due musicisti.

Info: https://www.facebook.com/pg/NuGuinea
https://nuguinea.bandcamp.com/

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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