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Le creature cinetiche di Theo Jansen a Milano

'Prima' in Italia al Museo della scienza e tecnologia

Giulia Costetti MILANO

Aveva solo dieci anni Theo Jansen quando per la prima volta ha incontrato la genialità di Leonardo da Vinci: un amore a prima vista durato una vita che ha ispirato l'artista olandese nella creazione di 'Strandbeest' (animali da spiaggia), imponenti creature cinetiche da domani esposte al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano nella mostra 'Dream Beasts' fino al 19 maggio.

Tredici le installazioni esposte: per la prima volta arrivano in Italia creature ibride dai tratti preistorici, realizzate con tubi in pvc, fascette e nastro adesivo ed esposte proprio nella casa del genio che ha ispirato l'artista, nell'anno in cui si celebrano i cinquecento anni della morte. Per alcuni critici Jansen è un Da Vinci dei nostri tempi, "una bella responsabilità, forse è troppo - ha spiegato l'artista olandese - ma certo, sono stato molto ispirato da lui, ha stimolato la mia immaginazione. Senza immaginazione, non c'è vita e gli artisti devono stimolare anche quella delle persone". Creatività e ingegneria si incontrano nelle sculture in movimento di Jansen, scheletri zoomorfi appartenenti a un'altra era a cui l'artista ha assegnato un nome latino attraverso cui li identifica sui rami dell'albero genealogico, dove si sussegue l'evoluzione di questa nuova specie creata dall'uomo. E come in una vera evoluzione darwiniana, anche le sue creature sono diventate con il tempo, dagli anni Novanta ad oggi, sempre più complesse e adattabili all'ambiente che le circonda, mantenendo alcune caratteristiche anatomiche dell'origine, ma innovandosi con l'unico obiettivo di ogni essere vivente: la sopravvivenza. Sembrano impalcature fragili, in realtà sono state progettate con algoritmi precisi per prendere vita sulle spiagge grazie alla sola spinta del vento e per sopravvivere con sensori che gli consentono di riconoscere maree o raffiche d'aria troppo pericolose.

Come fu per Leonardo, arte e scienza si intrecciano nel lavoro di Theo Jansen, laureato in Fisica applicata e artista di fama mondiale: "Il confine tra creatività e ingegneria, tra arte e scienza, per me non esiste - spiega - è molto sottile, infinitamente sottile. Sono etichette che si utilizzano nel linguaggio comune, ma quando si parla di arte non esiste". "Ci affascina il sogno di Jansen di dare vita a esseri artificiali - ha spiegato il direttore del museo Fiorenzo Galli - che immagina possano vivere secondo regole naturali, progettati attraverso una contaminazione tra metodi ingegneristici e processi artistici. Sarà un'esperienza coinvolgente per ogni età".

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