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In Opera Duomo torna Madonna S.Giorgio di Giotto

A 25 anni da attentato Georgofili, fino a ora solo in mostre

Redazione ANSA FIRENZE

FIRENZE -La Madonna di San Giorgio alla Costa torna fruibile da oggi al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze. Il capolavoro di Giotto era conservato nel Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte, chiuso al pubblico, e 25 anni fa era rimasto danneggiato nell'attentato di via dei Georgofili i cui segni si vedono ancora nonostante il lungo restauro.
L'opera, in prestito 'temporaneo' dal Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte, è stata presentata dall'arcivescovo Giuseppe Betori, dal presidente dell'Opera di Santa Maria del Fiore, Luca Bagnoli e dal direttore, Timothy Verdon.
"Sono io a ringraziare il Museo, perché ho trovato qualcuno che ha accolto un'opera che doverosamente deve essere messa alla contemplazione di tutti", ha detto Betori, che ha spiegato come la Diocesi negli ultimi decenni abbia raccolto e conservato parte del patrimonio artistico delle chiese del territorio nell'ex canonica di Santo Stefano al Ponte, visitabile solo a richiesta. "Come Diocesi - ha aggiunto il cardinale - non siamo in grado di allestire e gestire un nostro Museo che sia all'altezza di una città come Firenze. Sarà nostro impegno cercare soluzioni per portare a una fruizione stabile le opere che sono in deposito. Questa volontà c'è, speriamo si possa trovare una soluzione, magari prima che io vada in pensione, fra quattro anni".
La Madonna di San Giorgio, hanno spiegato il presidente Bagnoli e il direttore Verdon, si concilia perfettamente con il tema del Museo dove ci sono le opere legate alla storia della Cattedrale e degli altri monumenti (Battistero, Cupola del Brunelleschi e Campanile di Giotto). È ospitata al secondo piano, nella sala dei Paramenti, dove un belvedere offre un'ottima vista sulla ricostruzione della facciata originale nella sala a piano terra. "Così il visitatore - ha detto Verdon - avrà la possibilità di vedere nello stesso colpo d'occhio questa tavola e la facciata della cattedrale di Arnolfo di Cambio, i cui elementi sono già presenti nel capolavoro di Giotto". Gli studiosi datano questa Madonna al 1295, precisamente il periodo in cui a Firenze si stava definendo cosa fare della vecchia cattedrale di Santa Reparata, "e Giotto nel dipinto - ha spiegato Verdon - ci fa vedere dei decori che sono così vicini a ciò che di lì a un anno Arnolfo inizierà a realizzare per la facciata della cattedrale. E' un'opera che si integra perfettamente con la nostra collezione e getta un'ulteriore luce sul momento fondativo della cattedrale".
   

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