di Redazione ANSA

Agricoltori e banche

La Bei opera per creare le condizioni tecniche perché le banche si interessino di più al settore agricolo. Nell’accesso al credito da parte delle aziende agricole si presenta un evidente “divario di mercato” spiega Anna Fusari, responsabile Bei per i rapporti con le banche e le imprese italiane. Perché le aziende agricole sono di solito “molto piccole e usano una contabilità semplificata che rende più complicata la comprensione del rischio di investimento da parte delle banche, che nella maggior parte dei casi finiscono per sovrastimare il rischio di investimento”, applicando condizioni meno vantaggiose rispetto alle imprese di altri settori.

A partire dal 2016, in Italia Bei ha approvato linee di credito per complessivi 650 milioni attraverso un gruppo di banche italiane (Unicredit, Intesa San Paolo, Ubi, Banco popolare Emilia Romagna). Quando aderiscono al programma Bei le banche si impegnano a raddoppiare l’entità del supporto utilizzando fondi propri, a trasferire il vantaggio finanziario in forma di condizioni di prestito vantaggiose alle imprese e ad erogare finanziamenti a medio termine. Vale dire che il prestito può essere restituito in 12 o 15 anni, tempi più lunghi rispetto alla media di mercato. Nel 2017, la Bei ha approvato un programma di finanziamento per complessivi 400 milioni con erogazione diretta per finanziare progetti promossi da aziende e cooperative agricole, e imprese operanti nel settore della bioeconomia. Un terzo strumento Bei, è la piattaforma di garanzia multiregionale che poggia sull’utilizzo dei fondi dello sviluppo rurale.