di Redazione ANSA

Il ruolo del pubblico: la piattaforma regionale di garanzia in Italia

L’Italia è pioniera nell’integrazione di fondi pubblici e privati a sostegno degli agricoltori. A due anni dalla sua presentazione ufficiale al Vinitaly 2017 è pronta a partire partita la piattaforma multi-regionale di garanzia per le Pmi dell'agroalimentare, unica nel suo genere in Europa perché mette insieme numerosi soggetti diversi tra loro. Il Fondo europeo degli investimenti (che fa parte del Gruppo Bei), otto regioni (Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Campania, Calabria e Puglia) che impegnano fondi dei programmi di sviluppo rurale, e sette banche (Credem, Creval, Banca Cambiano 1884, Banca popolare pugliese, Banca popolare di Puglia e Basilicata, Montepaschi Siena e Iccrea) contribuiscono a un fondo di garanzia per complessivi 400 milioni per prestiti a condizioni vantaggiose per imprenditori agricoli e Pmi agroalimentari.

L’esigenza principale è aumentare il sostegno agli investimenti. “Nella nostra regione c’è una grande propensione agli investimenti in aziende agricole e della piccola trasformazione alimentare – spiega il direttore agricoltura e sviluppo rurale della Regione Toscana Roberto Scalacci – che non abbiamo potuto completamente soddisfare con le tradizionali misure del piano di sviluppo rurale. Abbiamo pensato che attraverso questi strumenti di agevolazione dell’accesso al credito per gli agricoltori si potesse soddisfare questa domanda”.

“Stiamo parlando di uno strumento che non è un classico bando Psr”, prosegue Scalacci. E’ anzi qualcosa di radicalmente innovativo, anche se piuttosto complesso, soprattutto tenuto conto della quantità di soggetti coinvolti e delle specifiche esigenze dei diversi alcuni territori. Ma una volta messo a punto ha alcuni vantaggi. Le regioni impegnano una piccola parte dei fondi dello sviluppo rurale e, grazie allo strumento finanziario, possono sfruttare l’effetto leva e aumentare le risorse. La Regione Toscana ha partecipato al fondo di garanzia con una quota di poco meno di 10 milioni di euro e si attende prestiti erogabili per 60 milioni. Il prestito va onorato, ovviamente, ma così si spingono gli agricoltori a confrontarsi con il mercato, presentando progetti sostenibili, oltre che innovativi e competitivi, con prestiti che possono essere pari al 100% dell’investimento e fondi a disposizione sin da subito. Cosa che non accade con molti bandi del Psr.

Il prossimo passo potrebbe essere un prodotto finanziario che consente di legare tempi e somme del rimborso all’andamento dei prezzi. Se oggi gli agricoltori sono molti più esposti alle fluttuazioni del mercato, l’idea allo studio di Bei e Commissione europea è far sì che la restituzione del prestito “sia rallentata o ridotta d’importo, o che si attivino dei periodi di grazia in caso di calo temporaneo dei prezzi”, spiega Anna Fusari. Lo strumento è stato sperimentato, con il nome di Milkflex, da una cooperativa irlandese negli anni più duri della crisi del latte, nel 2015. Dall’anno scorso il prodotto è stato reso disponibile a tutte le cooperative produttrici di latte in Irlanda, a sostegno di investimenti per l’ammodernamento delle aziende, energie rinnovabili, e riduzione impatto ambientale.

Per saperne di più:
- Sondaggio FI-Compass su accesso al credito aziende agricole
- Strumenti finanziari per contrastare l’instabilità dei prezzi
- Il programma Bei da un miliardo
- Il patto Bei-Regioni italiane