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Le città europee diventano sempre più ‘intelligenti’

Le città europee diventano sempre più ‘intelligenti’


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

di Redazione ANSA


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Rientrare dal lavoro usando un veicolo elettrico senza conducente e trovare a casa la cena consegnata a domicilio, i panni stirati e un bel mazzo di fiori freschi. Ciò che fino a pochi anni fa poteva sembrare fantascienza sta diventando realtà sotto i nostri occhi. Da tempo l’Unione europea sta investendo molto nel modello di 'smart city', le 'città intelligenti' che, grazie alle nuove tecnologie e a una rete fra cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche, forniscono servizi migliori e garantiscono un futuro più sostenibile.

‘Smart city’ significa quindi maggiore uso delle infrastrutture digitali, meno emissioni, reti di trasporto efficienti, risparmio energetico ma anche migliore accesso dei cittadini alla pubblica amministrazione e spazi pubblici più sicuri e fruibili.

Non esistono vere proprie voci del bilancio Ue dedicate unicamente alle smart cities. Ma, secondo gli addetti ai lavori, mettendo insieme finanziamenti diretti e indiretti, sia pubblici che privati, rivolti ai settori coinvolti nel modello delle città intelligenti, nel settennato 2014-2020 si può arrivare fino a 456 miliardi di euro.

L’iniziativa Ue per le smart cities

Smart city pannelli solari - fonte; EC
Smart city pannelli solari - fonte; EC - RIPRODUZIONE RISERVATA

Per mettere insieme amministrazioni cittadine, industria, pmi, banche, centri di ricerca e tutte le parti interessate, la Commissione europea ha creato nel 2012 la European innovation partnership on smart cities and communities (EIP-SCC), coordinata dall’italiana Simona Costa. Si tratta di un’iniziativa che vuole migliorare la vita dei cittadini attraverso l’adozione del modello delle ‘città intelligenti’.

Per promuovere e facilitare l'accesso a questo processo di trasformazione, l’EIP-SCC ha anche pubblicato una guida gratuita rivolta alle amministrazioni locali (che possono aderire all’iniziativa in modo volontario): la 'Smart City Guidance Package'. Il volume, disponibile qui, è strutturato come una roadmap suddivisa in sette passaggi che hanno come punto di riferimento i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 dell'Onu. La metodologia di lavoro riportata nella guida è stata testata con successo in cinque città europee, fra cui Parma, ma alla sua realizzazione hanno contribuito anche Firenze, La Spezia, Milano, Pisa e Genova.

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Gli esempi in Italia

Sono diverse le città italiane che hanno intrapreso da tempo il cammino verso un futuro più ‘smart’. Una di queste è certamente Parma, che, nell’ambito del progetto europeo Ruggedised, ha elaborato una propria strategia di città ‘intelligente’.

“Quando parliamo di smart city mettiamo alla base sempre e comunque la persona, così come l’identità e le tradizioni del territorio. A partire da questo c’è poi tutto il discorso sull’innovazione e la modernità”, ha spiegato all’ANSA Tiziana Benassi, assessore alle politiche di sostenibilità ambientale, in occasione del suo viaggio a Bruxelles nel maggio scorso. Una trasferta che l’ha portata a incontrare anche la commissaria Ue ai trasporti, Violeta Bulc. “Siamo la prima città che proporrà in Italia una sperimentazione effettiva sulla guida autonoma” ha annunciato Benassi, dopo che il Ministero per le infrastrutture ha autorizzato VisLab a condurre alcuni test su strade pubbliche, “questo ci proietterà direttamente nel futuro. Perché la guida autonoma cambierà completamente il concetto di mobilità”.

Altro esempio virtuoso è Milano, che dal 2016 partecipa al progetto ‘Sharing cities’ insieme a Lisbona, Londra Bordeaux, Burgas e Varsavia per attuare soluzioni ‘intelligenti’ che possano poi essere replicate in altre città. La zona interessata è in particolare quella del quartiere Porta Romana-Vettabbia, dove grazie a 8,6 milioni di euro di finanziamento europeo si stanno realizzando interventi nell’ambito della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica e della qualità dell’ambiente. La riqualificazione energetica degli edifici riguarda una superficie di oltre 24mila metri quadrati, dove i residenti hanno co-progettato gli interventi insieme agli esperti per ottenere una riduzione dei consumi fra il 50% e il 70%.

In Toscana, invece, Firenze è fra le città più attive. Grazie al progetto europeo ‘Replicate’ (che coinvolge come ‘lead cities’ anche San Sebastian in Spagna e Bristol nel Regno Unito), il Comune sta realizzando un distretto pilota in cui, attraverso una serie di partenariati, mettere insieme efficientamento energetico, mobilità sostenibile e servizi tecnologici. Il progetto a Firenze prevede un investimento di oltre 11 milioni di euro, di cui circa 7,5 provenienti dalle casse Ue. Grazie a questa iniziativa, nel quartiere di Novoli si sta realizzando, per la prima volta in Italia, un sistema di stoccaggio dell’energia completamente interrato, che coinvolge 300 appartamenti e permetterà agli abitanti di ottenere un risparmio in bolletta di circa il 10%.

Gli esempi potrebbero continuare a lungo: Torino è uno dei ‘laboratori viventi’ europei dove si stanno sperimentando soluzioni legate alle nuove tecnologie come la guida autonoma e l’uso di droni. A L’Aquila si sta portando avanti un’iniziativa per il 5G, mentre una serie di città italiane fanno parte della coalizione mondiale 'Open & agile smart cities': Ancona, Cagliari, Genova, Lecce, Messina, Milano, Palermo e Terni.

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