di Redazione ANSA

Eumint, quando l'integrazione diventa un gioco

"Non è un semplice gioco, ma un modo per conoscere meglio te stesso". Sharif Hossain, originario del Bangladesh, è uno dei partecipanti agli oltre ottanta incontri sui valori comuni europei organizzati in Alto Adige, Tirolo e Friuli Venezia Giulia nell'ambito del progetto transfrontaliero a guida italiana.

"Non è un semplice gioco, ma un modo per conoscere meglio te stesso". Sharif Hossain, originario del Bangladesh, è uno dei partecipanti agli oltre ottanta incontri sui valori comuni europei organizzati in Alto Adige, Tirolo e Friuli Venezia Giulia nell'ambito del progetto transfrontaliero a guida italiana "Eumint - Euroregioni, migrazione e integrazione". Il progetto, che si concluderà nel luglio del 2020, punta a rafforzare la cooperazione istituzionale tra Italia e Austria nei territori dell'Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino, Tirolo e Carinzia per affrontare le sfide sociali, economiche, politiche e culturali poste dai fenomeni migratori.

Finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale e Interreg V - A Italia-Austria 2014-2020 con un contributo di quasi un milione di euro, Eumint è giunto tra i ventiquattro finalisti dei premi europei 'Regiostars', assegnati ai progetti regionali più innovativi finanziati dalla politica di coesione, ed è stato selezionato per il "Paris Peace Forum 2019". Al progetto, coordinato per Eurac Research di Bolzano da Roberta Medda-Windischer, collaborano diciassette partner delle sei realtà territoriali, tra cui "Zemit - Zentrum für MigrantInnen Tirol", "ARLef - Regione Friuli Venezia Giulia", Regio Wipptal, Gect Euregio Tirolo Alto Adige Trentino, Provincia autonoma di Bolzano, Land Tirol, Cinformi - Provincia autonoma di Trento, i comuni di Bolzano e Innsbruck.

I valori in gioco

"I focus su cui si concentra il progetto sono tre: la cooperazione istituzionale, l'integrazione civica e l'integrazione lavorativa", spiega Anna-Kira Pirhofer, junior project manager e ricercatrice dell'Istituto sui diritti delle minoranze e dell'Istituto di studi federali comparati dell'Eurac. Il gioco a cui fa riferimento Sharif Hossain - "La casa dei valori" - è stato messo a punto dai ricercatori per sensibilizzare richiedenti asilo e rifugiati sul tema dei valori comuni europei. "Nell'ambito delle attività per favorire l'integrazione civica avevamo pensato ad incontri sui valori europei così come sono indicati dal Trattato di Lisbona - spiega Pirhofer - volevamo evitare, però, di far calare il tutto dall'alto con delle lezioni frontali".

Il confronto con esperti ed operatori dei centri d'accoglienza, così come una serie di interviste con gli stessi migranti, hanno portato all'elaborazione di un format interattivo basato, in particolare, sul gioco da tavolo che sollecita i partecipanti a confrontare una serie di situazioni comuni con valori come la dignità umana, la democrazia, il pluralismo, la tolleranza o la parità tra uomini e donne. Dopo una fase di formazione di educatori civici ai quali è stata affidata la conduzione degli incontri, nella prima metà del 2019, per lo più in biblioteche o sale civiche, ma anche all'aperto quando il tempo lo permetteva, si sono tenuti gli incontri che hanno coinvolto circa settecento persone.

Su richiesta dei migranti, gli incontri sono stati aperti ai residenti delle località in cui si sono svolti e non c'è forse da sorprendersi se il giudizio di Hossain non è molto diverso da quello dell'austriaca Katharina Lhotta, secondo la quale "il gioco da tavolo Eumint è un nuovo modo entusiasmante per riflettere non solo sui valori europei, ma soprattutto sul proprio sistema di credenze". L'obiettivo, sottolinea ancora la ricercatrice di Eurac, era "superare gli stereotipi, sia da una parte che dall’altra, e questi incontri hanno mostrato che ci sono molti punti in comune, ma, chissà perché, non ci si confronta mai".


L'esperienza insegna

Il direttore generale Marc Lemaître, la commissaria Ue Marianne Thyssen, la ricercatrice Anna-Kira Pirhofer e l'eurodeputato Lambert Van Nistrelrooij - fonte: EC

Sul fronte della cooperazione tra istituzioni, il progetto si è concentrato sullo scambio di esperienze. Una serie di interviste a rappresentanti politici, di Ong e ad operatori sul campo ha messo in luce la necessità di dare più sostanza alla collaborazione. Per collaborare bisogna prima di tutto conoscersi, hanno pensato i ricercatori di Eurac che hanno, quindi, promosso una serie di visite di scambio a Innsbruck, Klagenfurt, Merano, Trento e Rovereto. "Lo scambio di esperienze è importante, non solo per sapere cosa fa chi, ma anche per non ripetere gli errori e non impegnarsi in progetti che, magari, in un certo luogo, non hanno dato risultati", osserva ancora Pirhofer.

Il passo successivo sarà un laboratorio di idee per progetti di integrazione transfrontaliera che riunisce esperti ed operatori di enti che lavorano con i migranti per parlare di esperienze in corso o realizzate, ma soprattutto per immaginare iniziative future.


La carta delle competenze

immigrazione migranti unione europea europa hotspot - fonte: EC

Quando si parla d'integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati, uno dei temi centrali è naturalmente quello del lavoro, il terzo pilastro di "Eumint". In questo ambito, precisa Anna-Kira Pirhofer, l’obiettivo del progetto "non è trovare lavoro ai migranti, ma facilitare il loro approccio con il mondo del lavoro, mettendo a disposizione strumenti per comprendere quali sono le competenze che possono offrire".

In questo caso, gli interventi si sono differenziati per aree geografiche. In Alto Adige, è stata sviluppata una carta delle competenze per valutare le capacità, anche sul piano sociale, di chi cerca lavoro. In Friuli Venezia Giulia, i migranti sono stati introdotti alla cultura italiana e alla lingua friulana, e hanno ricevuto una formazione come giardinieri. Tutto ciò per indirizzarli in una casa di riposo dove cureranno un giardino e disporranno degli strumenti linguistici necessari per interagire con gli anziani ospiti. In Austria, nella Regio Wipptal, infine, c’era invece l’esigenza di favorire l’incontro fra domanda ed offerta di lavoro alla quale si è risposto con una piattaforma online che mette in rete le opportunità disponibili.