BRUXELLES - Il governo italiano, "che al suo interno ha spinte culturali diverse su questi temi, nei prossimi mesi farà un lavoro equilibrato nel recepimento della direttiva europea sul copyright, che potrà essere di esempio anche per il resto d'Europa". A sostenerlo in un'intervista all'ANSA è il capodelegazione al Parlamento europeo del Partito democratico, Brando Benifei, che ha seguito fin dall'inizio l'iter legislativo della nuova normativa per conto del gruppo dei Socialisti & democratici.
Nel marzo scorso, la votazione della direttiva al Parlamento europeo fu accompagnata da forti proteste e spaccature all'interno dei partiti europei. In Italia, sia il Movimento 5 Stelle che la Lega si dichiararono contrari, favorevole Forza Italia, mentre il Pd si divise al momento del voto nel giudizio sulla normativa. Tre deputati non appoggiarono il testo, fra cui Benifei. "Ho votato contro - spiega l'eurodeputato - perché il testo aveva degli elementi meritori, come il principio che intende rafforzare la remunerazione degli autori di opere e i detentori di diritti, ma c'erano punti non chiari riguardo alla sua attuazione. A mio parere, quanto sta avvenendo in Francia tra Google, gli editori e i giornalisti è frutto di tutto questo".
I Paesi Ue hanno tempo fino a marzo 2021 per recepire la direttiva. La Francia è stato il primo Stato membro a farlo, scatenando uno scontro con Google, che si è rifiutato di negoziare accordi di licenza con gli editori per l'utilizzo dei loro contenuti. La vicenda, che potrebbe avere anche conseguenze giudiziarie, ha scatenato forti reazioni anche dal mondo giornalistico. Secondo Benifei mancano ancora criteri chiari e lineari nel testo riformato e un compromesso tra i vari attori coinvolti. In particolare, non sarebbe definito cosa si intenda effettivamente per "estratti brevi", i cosiddetti 'snippet', quando si fa riferimento alla possibilità per utenti e piattaforme digitali di condividere brevi testi o parole di un articolo, escludendoli quindi dalla protezione del diritto d'autore.
"C'è bisogno di maggiore chiarezza", afferma il capodelegazione Pd, e "fare in modo che nell'implementazione della normativa sia forte il vincolo riguardante la remunerazione aggiuntiva ai detentori dei diritti. Non solo agli editori, ma anche agli autori stessi, come i giornalisti". "Il fatto che le piattaforme web generino traffico verso i siti d'informazione - spiega Benifei - è un elemento che non può essere tolto completamente dal tavolo e richiede che venga mantenuto un certo equilibrio quando vengono usati stralci di testo molto ampi".