BRUXELLES - Per il Parlamento europeo la strategia per la parità di genere della Commissione Ue per il periodo 2020-2025 è "ambiziosa", ma anche deludente per "la vaghezza e la mancanza di specifici obiettivi da raggiungere entro il 2025, nonché di chiari strumenti di monitoraggio". Lo si legge in una relazione non legislativa approvata dalla plenaria.
I deputati nutrono "profonde preoccupazioni per la natura, la portata e la gravità della violenza e delle molestie sul posto di lavoro e chiedono delle misure vincolanti per definire e impedire che ciò accada".
Inoltre, l'eurocamera chiede "una direttiva Ue per prevenire e combattere tutte le forme di violenza di genere, in particolare le mutilazioni genitali femminili, la sterilizzazione e i matrimoni forzati, lo sfruttamento e il traffico sessuale, la violenza sul web e l'incitamento online all'odio verso le donne".
I deputati sono inoltre profondamente preoccupati per il contraccolpo a sfavore dei diritti delle donne in alcuni Paesi Ue, tra cui Polonia e Ungheria.
Secondo i dati del 2017 raccolti dalla Commissione Ue, il divario retributivo tra i sessi nell'Ue in termini di retribuzione oraria è del 16%. Il divario più alto è in Estonia (25,6%). A seguire: Repubblica Ceca (21,1%) e Germania (21%). Le percentuali più basse si ritrovano invece in Belgio (6%), Italia e Lussemburgo (entrambi al 5%) e Romania (3,5%).
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