Il Tap è stato di nuovo confermato lo scorso novembre tra i progetti energetici Ue di interesse comune, in quanto di importanza strategica per la diversificazione delle forniture di gas europee. L'obiettivo, infatti, è diminuire la dipendenza dal metano russo, diminuire i prezzi per il consumatore europeo e ridurre i rischi di crisi del gas come quelle conosciute in passato. Il gasdotto, infatti, insieme con il Tanap che passa per la Turchia e a cui si collega, dovrà portare per la prima volta in Europa il gas dall'Azerbaigian, dai giacimenti del mar Caspio di Shah Deniz II. L'obiettivo è cominciare con le prime forniture nel 2020, per salire sino a 10 miliardi di metri cubi di metano azero. L'approdo in Italia è previsto in Puglia, nella provincia di Lecce, dove da tempo sono in corso contestazioni 'No Tap' e sono stati portati avanti diversi ricorsi legali. Criticata infatti la scelta della località dove dovrà approdare la condotta sottomarina (105 km tra l'Albania e la Puglia che correranno ad una profondità massima di 820 metri), la spiaggia di San Foca di Melendugno. Nonostante le proteste e gli scontri, la tabella di marcia dei lavori va comunque avanti. Sul piatto ci sono anche 55 milioni di euro di investimenti sul territorio locale, offerti dal consorzio Tap a sostegno di ambiente, turismo, pesca e lotta alla Xylella. Anche diverse associazioni ambientaliste europee, in particolare CEE Bankwatch Network, Counter Balance, Friends of the Earth Europe, 350.org, sono opposte alla realizzazione del gasdotto, e hanno definito la decisione odierna della Bei un "errore storico" in quanto l'intero Corridoio Sud del gas avrebbe un impatto climatico negativo con emissioni persino maggiori che il carbone.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA