Il commissario per la gestione
dell'emergenza acque reflue, questione su cui l'Italia ha aperte
ben tre procedure di infrazione Ue, deve essere dotato di "una
capacità di intervento reale, per velocizzare il funzionamento
di sistemi che si inceppano per motivi burocratici. Su questo
tema siamo indietro di 17 anni, ora basta". Per questo ci sarà
anche un "cambio di passo" con Bruxelles. Lo ha assicurato il
ministro dell'ambiente Sergio Costa, a margine della riunione
dei 28 a Bruxelles.
Il ministro ha infatti incontrato stamattina in bilaterale il
commissario all'ambiente Karmenu Vella, con cui ha affrontato
proprio il tema infrazioni. "Con lui abbiamo costruito un
percorso nuovo - ha spiegato Costa - che prevede da parte nostra
rapporti tecnici sulle diverse procedure ogni due mesi: si
tratta di un cambio di passo, prima i rapporti erano ogni sei
mesi".
Sulla messa a norma di fogne e depuratori di centri urbani
grandi e piccoli l'Italia ha accumulato un grande ritardo
nell'applicazione delle norme Ue. Ci sono infatti ben tre
procedure di infrazione aperte, oltre al rischio di una multa
multimilionaria da parte della Corte di giustizia europea per
mancato adempimento di una prima sentenza del 2012. Nel 2017 il
governo italiano ha nominato Enrico Rolle commissario
straordinario per la gestione dell'emergenza depurazione, il cui
incarico è triennale. Ora il ministro Costa intende conferire al
commissario poteri di intervento più incisivi.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA