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Corte Ue, sbagliato stop petizione su regioni con minoranze

Cittadini chiedono più tutele da parte politica di coesione

Redazione ANSA BRUXELLES

BRUXELLES - La Commissione ha sbagliato a rifiutare di registrare la Iniziativa dei cittadini europei (Ice) che chiede una politica di coesione più attenta alle zone geografiche a minoranza etnica, culturale, religiosa o linguistica. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue, che oggi ha annullato la sentenza del Tribunale Ue, nonché la decisione dell'esecutivo comunitario, sulla proposta di Ice presentata nel giugno 2013 intitolata 'Politica di coesione per l'uguaglianza delle regioni e la preservazione delle culture regionali'.

In particolare, gli organizzatori affermano che l'attuazione della politica di coesione dell'Unione minaccia le caratteristiche specifiche delle regioni a minoranza nazionale e che tali caratteristiche comportano uno svantaggio demografico grave e permanente. Se la Commissione avesse accettato di registrare tale richiesta, i promotori avrebbero potuto avviare una raccolta firme per chiedere - qualora fosse stata raggiunta l'asticella di un milione di adesioni da sette Stati Ue - un'azione dell'esecutivo a favore delle minoranze regionali.

La Commissione, invece, ha rifiutato di registrare la proposta ritenendo che non rientrasse nelle sue competenze. I promotori avevano quindi fatto ricorso al Tribunale Ue, che però aveva confermato la decisione dell'esecutivo. Con la sentenza odierna, la Corte ha ribaltato la decisione del Tribunale - e di conseguenza quella della Commissione - ritenendo che nel respingere il ricorso lo stesso Tribunale abbia compiuto un " errore di diritto".

 

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