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Ucraina: docente, risoluzione crisi era molto difficile

Meyr (ateneo Trieste),parti dovevano rinunciare a loro obiettivi

Redazione ANSA TRIESTE
(ANSA) - TRIESTE, 24 FEB - "Sotto il profilo logico" il conflitto tra Ucraina e Russia "non era inevitabile", "ma la risoluzione dei problemi era estremamente difficile". "Ora è auspicabile che si trovino soluzioni non militari, anche se purtroppo quando si passa alle vie di fatto è difficile arrivare a una soluzione pacifica dei problemi". E' l'analisi del professore associato di Storia delle relazioni internazionali e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell' Università di Trieste, Georg Meyr, su quanto sta accadendo in queste ore in Ucraina.

Nell'Europa Centro Orientale "si sta riproponendo uno scenario di conflittualità" che ricalca un "vecchio scenario, ovvero l'Alleanza atlantica contrapposta al Patto di Varsavia.

Negli anni '90 la Russia ha vissuto momenti di enorme crisi, poi di debolezza intrinseca, ma dall'inizio degli anni 2000, soprattutto con le enormi entrate realizzate con l'energia, c'è stata una ripresa indubbia del ruolo di potenza, cavalcato da un uomo forte, Putin. Questo ha portato la Russia ad avanzare forti rivendicazioni di sicurezza nazionale", in "una sorta di continuità" con il passato: "c'è stata una Russia zarista, poi una Russia sovietica, ora una Russia a cui non mettiamo ancora un aggettivo, ma è potente, con disponibilità economica, fortemente conscia del proprio ruolo nazionale, il quale richiede ai confini situazioni consenzienti. La Bielorussia è in sintonia con Mosca, mentre l'Ucraina, nella sua parte centro occidentale, ha preso decisioni più favorevoli al contesto Ue e Nato e ciò non è stato digerito da Mosca".

In questo conflitto, aggiunge, "il compito della diplomazia non era facile" e "soprattutto cosa realmente fanno le diplomazie non ci è dato sapere", anche a fronte dell'azione di intelligence. L'aggressione si sarebbe potuta evitare "se una delle parti avesse rinunciato ai suoi obiettivi. Per la Russia ciò significava accettare che Kiev entrasse nella Nato, per l'Occidente sentirsi dire che Kiev non entra nella Nato e che la sovranità di un paese indipendente può essere limitata.

Difficile accettarlo nel 2022".

E ora, volendo escludere la possibilità di un conflitto armato che coinvolga l'Ue, conclude Meyr, l'Occidente subirà ripercussioni. "Ci sarà un inasprimento delle sanzioni, quindi danni economici: rischiamo di avere difficoltà di approvvigionamento energetico e a prezzi estremamente onerosi.

Ma nell'andare avanti delle tensioni si possono verificare anche fenomeni di guerra moderna, guerra simmetrica, come i temibilissimi attacchi informatici. Sono molto meno vistosi, non sono sanguinari ma possono fare danni terrificanti, perché a oggi siamo tutti dipendenti dai computer". (ANSA).

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