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Trump dal Papa: via dialogo, ma contenuti al minimo
Comunicato 'limato' al millimetro. Usa rinnovano aiuti ai poveri
CITTA' DEL VATICANO
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(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 24 MAG - Pur con qualche fatica
iniziale, una porta di dialogo si è aperta. Era l'obiettivo
minimo per entrambe le parti, ed è il risultato raggiunto
dall'udienza del Papa al presidente americano Donald Trump.
Irrigidito nel ferreo cerimoniale vaticano, scortato dalle
guardie svizzere in divisa cinquecentesca nei saloni affrescati
della Terza Loggia, accompagnato da Melania e Ivanka entrambe in
nero e con veli sul capo, il tycoon è apparso meno baldanzoso
del solito, persino intimidito, 'frenato' nei momenti iniziali
anche da una certa freddezza e dallo sguardo serio di Francesco.
Poi rotto il ghiaccio, pur senza i classici convenevoli delle
visite presidenziali al Pontefice argentino, l'atmosfera si è
fatta più distesa, sorridente, colloquiale: anche nel colloquio
privato durato mezzora (meno dei 50 minuti di Obama il 27 marzo
2014) i toni non devono essere stati di contrasto, malgrado le
posizioni su molti temi - ambiente, migranti, armamenti, aiuto
ai poveri, politiche per la pace - non potrebbero essere più
distanti. Tanto che Trump ha potuto congedarsi da Bergoglio con
un "non dimenticherò quello che mi ha detto".
Sulla pace, in questi tempi di "terza guerra mondiale a
pezzi", il Papa ha sicuramente insistito richiamando Trump a
farsene "strumento" - letteralmente gli ha detto in spagnolo
"perché diventi un albero di pace" - regalandogli il medaglione
col ramo di ulivo e l'ultimo Messaggio per la Giornata Mondiale
per la Pace, "firmato personalmente per lei". Sull'ambiente e il
clima Francesco ha toccato un tasto dolente - per la svolta a
180 gradi di Trump rispetto a Obama sull'applicazione degli
accordi di Parigi - consegnando al presidente Usa la sua Laudato
si', nonostante lo scetticismo trumpiano sul global warming. "Lo
leggerò", gli ha promesso Trump, atteso dal G7 di Taormina.
Ancora poco per un cambiamento di rotta. Si vedrà. Ma che i
contenuti dell'incontro, che comprende anche i 50 minuti di
colloquio di Trump, affiancato in questo caso dal segretario di
Stato Rex Tillerson e dal genero e stretto consigliere Jared
Kushner, col cardinale Pietro Parolin, siano stati volutamente
limitati ai pochi punti di contatto, lo riprova una nota finale
della Santa Sede scarna, quanto 'limata' fin nelle virgole.
"Cordiali" i colloqui, "buone" le relazioni bilaterali,
"comune" l'impegno "a favore della vita e della libertà
religiosa e di coscienza". La Chiesa "auspica" di poter
"collaborare serenamente" in Usa nei campi della salute,
dell'educazione e dell'"assistenza agli immigrati" (i vescovi
americani hanno sempre tenuto il punto fermo su questo tema). E
nelle situazioni di conflitto, in particolare in Mo, la pace va
promossa col "negoziato politico" e il "dialogo interreligioso",
puntando anche alla "tutela delle comunità cristiane".
Ben più roboante quanto reso noto dalla Casa Bianca: Trump ha
rinnovato l'impegno Usa nel combattere la fame nel mondo,
annunciando lo stanziamento di oltre 300 milioni, in particolare
per Yemen, Sudan, Somalia e Nigeria. Si è anche soffermato su
come gli Usa, la Santa Sede e la comunità internazionale possano
lavorare insieme per combattere il terrorismo. I due
interlocutori hanno poi discusso "come le comunità religiose
possono combattere le sofferenze umane nelle crisi regionali, ad
esempio in Siria, Libia e nei territori controllati dall'Isis".
"Gli Usa e la Santa Sede condividono molti valori fondamentali e
cercano di impegnarsi globalmente per promuovere i diritti
umani, combattere le sofferenze umane e proteggere la libertà
religiosa", ha detto il presidente americano. Un chiaro segnale
lanciato all'elettorato cattolico Usa, perché non gli revochi
l'appoggio che lo ha aiutato a salire alla Casa Bianca. (ANSA).