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Calenda, Industria 4.0 funziona, proroga incentivi ma aliquote riviste

Previsto credito di imposta su formazione

Redazione ANSA ROMA

Nel 2018 le imprese che effettueranno una spesa incrementale in formazione avranno accesso al cosiddetto 'credito di imposta su formazione 4.0'. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda presentando i risultati del piano Industria 4.0 insieme ai ministri Pier Carlo Padoan, Giuliano Poletti e Valeria Fedeli.

Il credito di imposta si applicherà "solo alle spese relative ai costi del personale che ha sostenuto corsi di formazione con focus su almeno una tecnologia Industria 4.0 e pattuiti attraverso accordi sindacali sulle seguenti tematiche: vendita e marketing; informatica; tecniche e tecnologie di produzione. Calenda ha poi aggiunto che a fronte dei risultati riscontrati sui principali indicatori manifatturieri, nel 2018 verranno "rifinanziate le principali misure previste nel primo anno, rivedendo le aliquote e i perimetri degli incentivi, compatibilmente con le risorse di finanza pubblica disponibili".

Nel corso dell'iniziativa sono stati forniti anche alcuni dati sui contratti di sviluppo finanziati che, al primo settembre 2017, sono 102, di cui 88 al Sud e 14 al Centro Nord. Gli investimenti previsti sono pari a 3,6 miliardi di euro, con una netta prevalenza del settore alimentare (21%), dell'automotive (17%) e della meccanica (15%). Le agevolazioni concesse sono pari a 1,9 miliardi, di cui 1,7 al Sud e 200 milioni al Centro Nord. L'occupazione salvaguardata e/o creata è pari a oltre 53.185 addetti.

Calenda ha poi evidenziato che c'è un ritardo, oltre al venture capital che non ha funzionato come avrebbe dovuto, su uno dei pezzi del piano Industria 4.0. Si tratta dei competence center, cioè l'idea di avere 4-5 poli di eccellenza che mettessero insieme industria e università. Il bando ancora non è partito. Dovremmo riuscire a tirare fuori il decreto ministeriale entro novembre. Questo sarà il lavoro più complicato di tutti, su questo tema l'attenzione da ora in poi sarà davvero alta".

Oggi da Industria 4.0 si passa "al piano Impresa 4.0" ampliando "il raggio di azione" che da "manifattura e servizi si apre un capitolo dove saranno protagonisti le competenze e il lavoro, quindi i ministri Fedeli e Poletti", ha proseguito Calenda. Nel documento diffuso durante la presentazione dei dati si evince che i risultati del primo anno del piano, avviato a settembre 2016,  hanno "dimostrato di essere efficace nel sostenere le imprese che investono in innovazione e avanzamento tecnologico".

Il vicepresidente di Confindustria per la politica industriale, Giulio Pedrollo, afferma che la riunione di oggi della cabina di regia è stata "molto positiva". "Confindustria - aggiunge - ha confermato la necessità di dare continuità agli incentivi e abbiamo registrato la disponibilità del Governo. È un segnale importante e renderà più stabili i segnali di crescita dell'economia. Proseguire lungo la rotta già tracciata è indispensabile per permettere alle imprese di avere un orizzonte temporale più ampio per valutare nuovi investimenti e avviare il percorso di trasformazione digitale. I nostri associati hanno reagito positivamente e stanno investendo, anche grazie all'attività di informazione e formazione che Confindustria ha fatto con tutto il sistema per promuovere il Piano e sensibilizzare le imprese. Abbiamo spiegato Industria 4.0 e i suoi strumenti ad oltre 10.000 aziende: ora siamo pronti a continuare la sfida".

Il vice presidente di Assolombarda alle politiche industriali, Carlo Ferro, ha ricordato che nel corso dell'anno "Assolombarda ha sostenuto l'attuazione del Piano Nazionale Industria 4.0 e riteniamo sia importante continuare, rafforzare ed estendere le misure a supporto delle imprese. La conferenza di oggi conferma i buoni risultati raggiunti dal Piano e la risposta positiva del mondo imprenditoriale. Si tratta di un processo di trasformazione complesso che richiede tempo. La ridefinizione di misure per 'Impresa 4.0' va in questa direzione. Siamo sulla strada giusta".

Per Vincenzo Colla e Maurizio Landini (Cgil), Angelo Colombini (Cisl) e Tiziana Bocchi (Uil) c'è una ripresa degli investimenti produttivi ma "resta ancora molto da fare". Tra le criticità messe in evidenza, la necessità di "un maggior coinvolgimento delle parti e dei ministeri interessati", il fatto che "una concentrazione territoriale degli investimenti non favorisce quel rilancio nel Mezzogiorno di cui abbiamo bisogno" e la necessità di favorire "la formazione e la stabilità e qualità dell'occupazione". Ed è proprio su questi ultimi temi che Cgil, Cisl e Uil ritengono si debbano concentrare le prossime iniziative per fare in modo che davvero la quarta rivoluzione industriale si trasformi in un'opportunità concreta per il Paese. "Non si possono, infatti, affrontare i mutamenti che stanno attraversando il sistema produttivo senza mettere in campo un adeguato piano formativo che punti alla crescita delle competenze tramite la sua certificazione", avvertono. Cgil, Cisl e Uil chiedono dunque ai Ministri della Cabina di Regia un incontro per affrontare nel dettaglio questi temi, analizzarne i problemi e proporre soluzioni, "convinte che il confronto e le relazioni possano costituire quel valore aggiunto di cui, ora più che mai, il Paese ha bisogno".

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