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Alfabetizzazione dati vale 500 mln dlr

Arriva il Data Literacy Index per valutare alfabetizzazione dati

Redazione ANSA MILANO
(ANSA) - MILANO, 12 OTT - Le grandi aziende con un'elevata conoscenza dei dati aziendali hanno un valore di 320-534 milioni di dollari superiore rispetto alle altre. L'Europa detiene il più alto punteggio di alfabetizzazione dei dati rispetto alle altre regioni, con il Regno Unito, la Germania e la Francia tra le nazioni in testa, seguite da Italia e Spagna. A rivelarlo è il "Data Literacy Index", un modello che classifica le società in base alla disponibilità dei dati necessari e alla capacità di utilizzarli nel processo decisionale, lanciato da Qlik, azienda di data analytics, e realizzato dagli accademici della Wharton School e Ihs Markit. L'indice è il primo risultato del progetto "Data Literacy" (o alfabetizzazione dei dati), ideato da Qlik e altre aziende mondiali, finalizzato a soddisfare la crescente domanda di una forza lavoro alfabetizzata. L'alfabetizzazione dei dati è "una competenza essenziale nella quarta rivoluzione industriale", spiega il Ceo di Qlik, Mike Capone. "Con la crescente presenza di automazione, robotica e intelligenza artificiale, sentirsi fiduciosi e a proprio agio nel lavorare con i dati è fondamentale per chi guida il prossimo futuro del mondo del lavoro. Tuttavia, gli esperti stimano che ad oggi meno di un terzo di noi può capire, analizzare e discutere i dati con sicurezza". L'Index ha rivelato che le organizzazioni con una forte alfabetizzazione hanno un valore superiore dal 3% al 5% e sembrerebbe esserci una correlazione positiva anche con il margine lordo, il rendimento delle attività, il rendimento sul capitale e l'utile sulle vendite. Ma, sebbene il 92% dei responsabili delle decisioni aziendali riconosca l'importanza di una forza lavoro alfabetizzata, meno del 20% incoraggia i propri dipendenti a diventare più avvezzi all'utilizzo dei dati. In più solo un terzo delle imprese fornisce formazione adeguata. Per stilare il Data Literacy Index sono stati intervistati 604 decision maker di aziende globali provenienti da 10 aree geografiche.
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