(ANSA) - MILANO, 18 GEN - Cresce tra gli imprenditori il timore degli attacchi informatici e la necessità di maggiori risorse per difendersi. Un attacco informatico, infatti, può fermare le fabbriche che sono sempre più interconnesse. È questo il quadro che emerge dall'indagine Ey Global information security survey, condotta su 1.200 top manager delle più grandi e riconosciute aziende del mondo.
Oggi il 65% dei top manager mondiali si sente più a rischio rispetto a un anno fa e il 90% incrementerà i propri investimenti per la sicurezza informatica nel 2018. Quasi nove aziende su dieci (89% in Italia e 87% a livello globale) sentono di avere bisogno del 50% di risorse in più, ma solo il 12% prevede di poter contare quest'anno su un aumento superiore al 25%. "La trasformazione digitale, se non gestita bene, può creare dei rischi", commenta Fabio Cappelli, partner Ey responsabile Cybersecurity per Italia, Spagna e Portogallo, aggiungendo che -secondo alcune stime- "entro il 2021 l'impatto economico dei rischi legati alla cyber security sarà pari a 3 trilioni di dollari". Inoltre, un attacco informatico "può fermare le fabbriche", in quanto, sono sempre più interconnesse.
Oggi, solo il 4% delle organizzazioni ritiene di avere un sistema adeguato per difendersi e appena il 12% sarebbe in grado di rilevare un attacco sofisticato con gli attuali strumenti. In Italia il 61% delle grandi aziende non ha un programma di intelligence per anticipare possibili minacce dall'esterno e il 71% non ha un livello adeguato di consapevolezza e formazione.