Voleva dimostrare la sua innocenza. L'agente di polizia penitenziaria che ieri si è tolto la vita impiccandosi ad una grata di una chiesa di Roccasecca, nel Frusinate, era intenzionato a spiegare tutto ai magistrati, a difendersi dalle pesanti accuse di violenza sessuale nei confronti della figlia 14enne. A rivelarlo è il suo avvocato, Domenico Di Tano, che aveva sentito il suo assistito pochi giorni fa, quando forse nella mente del 54enne stava prendendo piede la decisione di farla finita. "Avevamo parlato dell'eventuale nomina di un consulente di parte in vista dell'imminente incidente probatorio - dice il legale -. C'era tutta la volontà di collaborare con la magistratura e di dimostrare la sua innocenza". Intanto è stata effettuata l'autopsia sul corpo dell'uomo, i cui funerali, con ogni probabilità, si svolgeranno solo giovedì. Nell'occhio del ciclone finiscono anche i mezzi d'informazione, già tirati in ballo ieri dalla moglie dell'uomo.
"Sono state dette tante cose non vere: quello che avete detto ieri e l'altro ieri l'hanno portato a questo", il duro atto d'accusa. E' stato lo stesso Garante della privacy, Antonello Soro, a spiegare che "non fornire i dettagli non avrebbe tolto nulla alla drammaticità di questa storia". "Anche in questa vicenda le fonti che hanno reso disponibile questi dettagli non hanno fatto un buon servizio", ha sottolineato, mentre in città il caso resta sulla bocca di tutti. "Tutto il paese ne parla", ha detto in un'intervista al Corriere della Sera il preside della scuola dove studiava la ragazza vittima degli abusi. "A Cassino - ha detto -, di scuole come la nostra ce ne sono solo due. La vittima è stata sovraesposta".
Intanto resta da chiarire se il tema dal quale è poi nata la denuncia sugli stupri sia stato assegnato di proposito dall'insegnante, che magari sospettava qualcosa, o se, invece, rientrava semplicemente nell'ordinaria attività didattica. Nel compito, la 14enne raccontò le violenze da parte del padre quando erano soli in casa. Abusi partiti in estate e proseguiti per mesi, fino alle rivelazioni choc del compito in classe, assegnato poco prima delle vacanze di Natale. Parole che hanno poi trovato conferma dalle indagini della polizia, come riferito in un'informativa alla Procura. Il gip dispose così l'allontanamento dell'uomo dall'abitazione familiare con l'utilizzo del braccialetto elettronico. Nell'ordinanza vengono anche riportate le parole della mamma della giovane che la avvertiva di "non restare sola a casa con papà". In passato, infatti, sembra che l'uomo sia stato protagonista di un episodio simile anche nei confronti di un'altra delle cinque figlie, oggi ventenne. Poi, la notte tra domenica e lunedì, la decisione di togliersi la vita, sotto il peso delle pesanti accuse che sperava di chiarire davanti ai magistrati. Roccasecca resta in silenzio, con tanti interrogativi senza risposta. "Non si sapeva ancora se era vero", l'urlo disperato ieri della moglie, divorata dal dolore e dalla rabbia.