"Il presidente dell'Ostiamare Luigi
Lardone ha perfettamente ragione sulla mancanza di impianti
sportivi nella capitale. E' un problema ormai cronico, e che ci
penalizza". Anche il dirigente numero uno del Trastevere,
Pierluigi Betturri, prende posizione dopo il collega del club
del Lido che potrebbe rinunciare alla promozione in serie C
tramite ripescaggio (la squadra di Ostia è fra le principali
candidate) a causa della mancanza di un impianto omologato per
la terza serie, "perché a Roma - ha spiegato giorni fa Lardone -
c'è solo l'Olimpico". Anche il Trastevere, che pure dispone di
un impianto modello (agibile però fino alla serie D) , in
passato ha dovuto rinunciare ai sogni di gloria perché non ci
sono stadi a norma nel perimetro urbano di Roma, "e di giocare
altrove non se ne parla, anche su questo Lardone ha ragione -
dice Betturri -. Faccio un esempio: andare a Frosinone
costerebbe 20mila euro a partita, improponibile per un club di
serie C".
Così ora mentre l'Ostiamare cerca di risolvere il rebus,
magari rinunciando al ripescaggio, il Trastevere si sta
attrezzando, visto che con il ritorno sulla sua panchina dell'ex
sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi si punta a un campionato di
vertice "quando finalmente decideranno di far ripartire anche il
settore dei dilettanti", sottolinea il presidente del club del
Rione.
"C'è una promessa scritta di Roma Tre nei confronti del
Trastevere calcio - rivela Betturri - a proposito dello stadio
degli Eucalipti, in zona Ostiense. I lavori sono in corso,
l'impianto potrebbe arrivare a contenere tremila spettatori e
diverrebbe buono, anche per come è strutturato e collocato, per
la terza serie. Noi ci contiamo, ripeto che c'è una promessa".
Nel frattempo, per la serie D, si continuerà nel Trastevere
Stadium, che dovrebbe ospitare, "credo per un paio di giornate",
anche il Montespaccato, squadra neopromossa che sta
ristrutturando il proprio campo in attesa di accogliervi la
Nazionale per un allenamento che servirà a festeggiare questa
squadra strappata anni fa alla criminalità organizzata. "Ci
hanno chiesto di poter giocare da noi, e non ci tiriamo
indietro", dice il presidente del Trastevere, che del suo club
ha fatto anche un modello di fair play.
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