L'ozio delle calde giornate estive
che si alterna o si fonde all'ironia, alla leggerezza ma anche
ai fantasmi della mente, rivolti al presente, al passato e al
futuro, con lo spettro dell'emergenza sanitaria; e poi un senso
di indeterminatezza che la pittura traduce in tratti essenziali
ma rivelatori di un'anima. Apre l'8 settembre nella galleria
romana Casa Vuota la mostra "Un'estate noiosa" di Enrico
Pantani, in programma fino all'11 ottobre.
La personale, la prima del pittore allestita a Roma, è a cura
di Francesco Paolo Del Re e Sabino de Nichilo e si visita solo
su appuntamento: in una sorta di racconto autobiografico
dell'estate appena trascorsa, il percorso si compone di una
serie di minuti dipinti a olio realizzati su tele di foggia
irregolare e disegni concepiti appositamente per la mostra, tra
scene irreali abitate da piccoli personaggi e tratti immediati,
veloci. "La noia è stata la mia compagna fedele, tanto che mi
sono imposto di lavorare manualmente per placarla, costruendo
piccoli telai con i materiali che trovavo", spiega Pantani.
"Credo, anzi sono sicuro, che la noia estiva sia legata in
qualche modo al lockdown, la sua naturale conseguenza. Se nel
periodo di fermo trovavo interessante stare in casa a curare le
mie passioni, leggere, dipingere, cucinare, sperimentare
qualsiasi cosa, ecco invece che l'estate mi si è rivoltata
contro, quasi come se avessi le gambe nel fango".
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