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Carpentieri e Serraiocco 'migranti' in Io sto bene

Carpentieri e Serraiocco 'migranti' in Io sto bene

Film di Rotunno a Alice città su incontro di generazioni

ROMA, 15 ottobre 2020, 16:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"In Italia non ci torno più". E' la frase che il regista a Donato Rotunno, lussemburghese di origini italiane si sente dire spesso dai giovani italiani che decidono di cercare di costruirsi "un'ipotesi di vita e futuro migliore all'estero". Un senso di spaesamento che il cineasta esplora in Io sto bene, racconto tra passato e presente dell'incontro nell'oggi fra due migranti di generazioni diverse: l'anziano Antonio (Renato Carpentieri), arrivato dall'Italia in Lussemburgo negli anni '60, rimasto vedovo e ormai in pensione e Leopoldina detta Leo (Sara Serraiocco), giovane, talentuosa e ribelle dj (spicca la bella colonna sonora di Massimo Zamboni), il cui sogno di farsi un nome all'estero inizia seriamente a complicarsi.
    Un percorso di costruzione di fiducia reciproca, sorprese e confronto con le proprie scelte, che si alterna ai flashback sulla giovinezza di Antonio (Alessio Lapice), partito con il cugino e il suo migliore amico (Vito Nastri e Maziar Firouzi) per andare 'alla Germania' come si diceva allora, e finiti in tre Paesi diversi. Per Antonio, la vera apertura a quel mondo, all'inizio molto difficile da comprendere arriva quando incontra l'indipendente Mady (Marie Jung). Tuttavia il giovane uomo commette un errore difficile da perdonare.
    "Mi sembrava importante fare un film contemporaneo su quello che è successo ieri, continua ad accadere ancora oggi e che forse continuerà domani. Un incontro fra generazioni, ognuna con il suo bagaglio di storia" aggiunge Rotunno, che ha realizzato il film con una coproduzione Lussemburgo - Belgio - Germania - Italia. Per Sara Serraiocco, Leo "è una ragazza alla ricerca della propria identità. Vuole affermarsi, spera di incontrare persone che possano capirla e aiutarla. L'incontro con il personaggio di Carpentieri le fa capire che non è sola - sottolinea -. Lei è senza punti di riferimento, e questo è un aspetto che caratterizza la nostra generazione. E' come un animaletto coraggioso, combattivo e testardo". Sul set "si è creata subito una grande empatia fra tutti - aggiunge l'attrice -. Poi è stato un onore poter recitare con una grande come Carpentieri".
   

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