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Milano 'chiude' per coronavirus e c'è primo positivo

Milano 'chiude' per coronavirus e c'è primo positivo

Assalto a supermarket, matrimoni e funerali per parenti stretti

23 febbraio 2020, 23:44

di Michela Nana

ANSACheck

Scaffali vuoti in un supermercato di Vignate (Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scaffali vuoti in un supermercato di Vignate (Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Scaffali vuoti in un supermercato di Vignate (Milano) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Milano chiude per cercare di proteggersi dal Coronavirus, che però è ormai arrivato in città con il primo caso di positività di un dermatologo del Policlinico. Dalle scuole ai teatri, fino ai musei, ai cinema, ai bar e ai locali notturni dalle 18 alle 6: tutto chiuso per 7 giorni che potrebbero anche diventare 14 in seguito all'ordinanza di Regione Lombardia, che prevede la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi o di ogni forma di riunione in luogo pubblico anche di carattere culturale. Cambia tutto in città, con l'Arcidiocesi che 'salva' funerali e matrimoni ma solo per parenti stretti, e la gente si riversa nei supermercati per riempire i carrelli di cibo, con lunghe code e scaffali vuoti. Con il passare delle ore, la città pian piano chiude. Cancellata già ieri Inter-Sampdoria, prevista in serata a San Siro, già in mattinata ci sono i primi ingressi sbarrati di musei ed esposizioni e poi arriva la richiesta di chiudere le scuole da parte del sindaco, Giuseppe Sala, che ha definito l'intervento "prudenziale", accolta poi dalla Regione. Le istituzioni culturali più importanti della città sospendono gli spettacoli e i cinema la programmazione dei film nelle sale.

Il teatro alla Scala sospende tutte le rappresentazioni a titolo cautelativo fino a nuove disposizioni delle autorità. Fuori dal teatro viene affisso un avviso in italiano e in inglese per comunicare la decisione ai turisti e ai cittadini. Così come fuori dalla Pinacoteca di Brera che oggi chiude in anticipo, alle 17, e rimarrà chiusa fino al 2 marzo. Sospesi gli spettacoli anche al Piccolo Teatro fino a nuova comunicazione; chiusi poi l'Hangar Bicocca e il museo delle Gallerie d'Italia. Bar, locali notturni e gli esercizi di intrattenimento dovranno chiudere secondo l'ordinanza regionale dalle 18 alle ore 6.00, mentre non ci saranno limitazioni per i ristoranti. Anche il monumento simbolo della città, il Duomo, resterà chiuso ai turisti in via cautelativa fino al 25 febbraio. I fedeli potranno entrare per pregare ma non potranno partecipare alle messe che sono state sospese fino a data da definire, come ha comunicato l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Si salvano per il momento gli uffici pubblici della città, i negozi e tutto il sistema del trasporto pubblico ma, se la situazione dovesse "degenerare, nella fase due si potrebbero assumere iniziative più drastiche e rigorose", che in Cina sono state adottate "a Wuhan", come ha spiegato il governatore lombardo, Attilio Fontana. Fontana si è detto però convinto che "non si arriverà a questo".

Anche la Milano della moda ha preso le sue precauzioni: durante la settimana delle sfilate c'è chi ha deciso di sfilare a porte chiuse come Giorgio Armani e Laura Biagiotti. In centro città non è stata una domenica come le altre: piazza del Duomo e corso Vittorio Emanuele non erano affollate di persone come sempre, niente code di turisti fuori dal Duomo, che si poteva ancora visitare, e nemmeno fuori da Palazzo Reale, che ospita importanti mostre. Molti di coloro che non hanno rinunciato alla passeggiata in centro indossano una mascherina, "così ci sentiamo più tranquilli", hanno spiegato due ragazzi. Ed è scattato l'assalto ai supermercati dopo l'ordinanza della Regione: scaffali della carne e di frutta e verdura si sono svuotati rapidamente e alle casse ci sono lunghe file. Le persone girano anche con due o tre carrelli e alcune indossano mascherine. Decisamente una domenica diversa per una città che chiude per coronavirus.

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