Un porto, quello di Ancona, di
respiro internazionale, tecnologicamente avanzato, che "in 4
anni è passato da 4.700 a 6.500 lavoratori". E' l'eredità che
Rodolfo Giampieri lascia a Matteo Africano, nominato dal
ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili come nuovo
presidente dell'Autorità del sistema portuale del Medio
Adriatico (che comprende i porti da Pesaro, nelle Marche, a
Ortona in Abruzzo). Perché l'incarico diventi effettivo ci sono
ancora altri step, tra cui l'intesa, data per scontata, da parte
delle Regioni Marche e Abruzzo. "Una storia già scritta - ha
detto oggi Giampieri a margine della presentazione del piano di
digitalizzazione del porto di Ancona -, c'è stata solo la
formalizzazione di un percorso che stava andando avanti da
tempo". Un percorso che il presidente uscente, alla guida dello
scalo da 7 anni, tra commissariamenti, autorità portuale
'semplice' e poi di sistema non vuole commentare. Molti e
bipartisan gli endorsement per la sua riconferma, ma la Regione
Marche, a guida centrodestra, ha voluto discontinuità. Giampieri
si definisce " una persona che si sente in qualche modo
privilegiata ad avere potuto affrontare una cosa così bella e
importante al servizio di una città, di una regione, anzi due,
un percorso di sintesi e di sistema, superando tanti campanili".
Tra i lasciti la ripresa delle crociere con Msc, nonostante le
incertezze legate alla pandemia. Tra i progetti che non vedrà,
"la banchina 27, alcuni dragaggi, il banchinamento del Molo
Clementino"
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