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Tpi: Praljak, affollata cerimonia commemorativa a Zagabria

Onori per generale suicida. Nazionalisti croati contro Tribunale

11 dicembre, 14:48
(ANSA) - ZAGABRIA - Alla presenza di centinaia di persone, ma senza le più alte cariche dello Stato, si è tenuta lunedì a Zagabria una cerimonia commemorativa in onore e ricordo del generale croato Slobodan Praljak, criminale di guerra suicidatosi con il cianuro due settimane fa nell'aula del Tribunale penale internazionale all'Aja (Tpi) al momento della lettura della condanna a 20 anni per crimini di guerra commessi in Bosnia negli anni Novanta. Praljak si era suicidato platealmente ingerendo il veleno dinanzi ai giudici e in diretta televisiva, e spirando poche ore dopo in ospedale.

La cerimonia nella sala di concerti di Zagabria è stata organizzata dall'Associazione dei generali croati, che raduna i più alti ufficiali militari in pensione. Il presidente, Pavao Miljavac, ha detto che Praljak "fino all'ultimo momento ha difeso la propria patria e l'onore del proprio esercito".

L'evento non aveva un carattere ufficiale e non erano presenti i rappresentati del governo o del parlamento, con l'eccezione del ministro per i Veterani di guerra Tomo Medved. Sono comunque giunti molti deputati dell'Unione democratica croata (Hdz, conservatori), partito del premier Andrej Plenkovic, e numerose personalità della vita pubblica croata, in particolare esponenti legati alla destra nazionalista, che considerano Praljak un eroe nazionale.

Il primo a parlare è stato Miroslav Tudjman, parlamentare e figlio del defunto primo presidente Franjo Tudjman, che ha citato le ultime parole di Praljak rivolte ai giudici del Tpi: "Non sono un criminale di guerra e con sdegno respingo la vostra sentenza". Tudjman ha poi affermato che il verdetto del Tpi contro Praljak e altri cinque alti politici e militari croati bosniaci "è un'offesa alla giustizia". "Praljak non voleva vivere neanche un minuto come un criminale di guerra, semplicemente perché non lo era", ha concluso Tudjiman, il cui intervento e' stato accolto da un lunghissimo applauso.

I sei croato-bosniaci sono stati riconosciuti colpevoli con sentenza definitiva di crimini contro l'umanità e in particolare di pulizia etnica per il ruolo svolto nella deportazione dei musulmani bosniaci. I giudici hanno anche confermato che i croati di Bosnia avevano formato una organizzazione con l'obiettivo di creare un'entità parastatale croata in Bosnia-Erzegovina. Tale entita' si sarebbe poi potuta "unire alla Croazia" o rimanere in "stretta associazione" con Zagabria.

(ANSA).

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