(ANSA) - BRUXELLES, 09 LUG - Un costruttore di automobili i
cui veicoli illecitamente manipolati in uno Stato membro sono
rivenduti in altri Stati membri può essere convenuto dinanzi
agli organi giurisdizionali di questi ultimi. Lo afferma in una
sentenza la Corte Ue. Il caso è partito dopo che il Verein für
Konsumenteninformation (VKI), un'associazione austriaca di
tutela dei consumatori, ha proposto dinanzi al Tribunale del
Land, Klagenfurt in Austria un'azione risarcitoria contro il
costruttore di automobili tedesco Volkswagen a causa dei danni
derivanti dall'incorporazione nei veicoli acquistati da
consumatori austriaci di un software che manipola i dati
relativi alle emissioni dei gas di scarico. L'associazione aveva
chiesto che la Volkswagen fosse condannata a versargli un
risarcimento, ma il colosso automobilistico tedesco ha
contestato la competenza dei giudici austriaci, che si sono
rivolti alla Corte di Giustizia. Nell'odierna sentenza, la Corte
risponde che, qualora taluni veicoli siano stati illegalmente
equipaggiati in uno Stato membro (Germania), da parte del loro
costruttore, di un software che manipola i dati relativi alle
emissioni dei gas di scarico, per poi essere acquistati presso
un soggetto terzo in un altro Stato membro (Austria), il luogo
in cui il danno si è concretizzato si trova in quest'ultimo
Stato membro (Austria). (ANSA).
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