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Agente Luciana Frassati nella Polonia occupata da Hitler

Esce 'La temeraria' di Valensise su figura scrittrice

01 novembre, 13:23

(by Marco Patricelli)

(ANSA) - ROMA, 31 OTT - Ci sono vite da romanzo e romanzi di una vita. Luciana Frassati Gawronska (1902-2007) ha attraversato il Secolo breve e ha portato oltre la soglia del Duemila l'eredità di testimone del tempo e una stagione irripetibile che riemergono nelle numerose sfaccettature dell'accurata biografia firmata da Marina Valensise «La temeraria» (Marsilio, pp. 480, euro 19,00). Un volume di eleganza narrativa e profondità di analisi, dal felicissimo sottotitolo, «Un romanzo del Novecento». Perché è davvero così, e si avvale di una scrittura che le dà nerbo e brio, restituendo un'epopea attraverso una donna straordinaria alla quale il destino sembra regalare tutto, tranne la gioia degli affetti, e quello che non ha se lo conquista con il carattere, la tenacia, l'intelletto: perché lei è del gentil sesso ma non appartiene al sesso debole. Il padre è Alfredo Frassati, il fondatore e direttore della Stampa di Torino, la madre Adelaide Ametis. Lei è la terzogenita. In famiglia si respira il clima del Piemonte sabaudo, rigido, persino spartano, caratteri che stonano con la ricchezza, l'opulenza, il ruolo sociale. I genitori non brillano per slanci affettivi e il rapporto con loro ha poche luci e diverse ombre.

Luciana è bella e intelligente, troppo bella e troppo intelligente per quell'inizio secolo nell'Italia liberale ingessata nei suoi schemi. Studia, si laurea, conosce altre realtà. Quando dopo la Grande guerra il padre viene nominato dall'amico Giolitti ambasciatore a Berlino, lo segue e le si aprono le porte di un universo parallelo, di personalità che contano nel bel mondo: il mondo del potere. Legatissima al fratello Pier Giorgio (1901-1924), dall'animo tormentato e che muore giovanissimo in odore di santità (sarà beatificato dopo una lunghissima causa nel 1990), si innamora di un bell'ufficiale che i suoi provvedono a far trasferire, perché non alla sua altezza. Poi nel cuore di Luciana, che sembrava inespugnabile, fa breccia un diplomatico polacco, Jan Gawronski (1892-1983), imparentato col Gotha della nobiltà di un Paese rinato dopo 123 anni di spartizioni. Si sposano, avranno sette figli (tra cui il giornalista e parlamentare Jas Gawronski), ma il matrimonio naviga in un mare agitato. Quelle onde, peraltro, sballottano la storia d'Europa, col naufragio della Polonia e della civiltà. È in questa fase che Luciana mette in mostra una determinazione e un coraggio che le fanno meritare oltre ogni retorica l'etichetta di "temeraria". Valensise ridisegna abilmente, con la penna della letterata e il dono del serrato stile giornalistico, l'incredibile rete di conoscenze e di relazioni a ogni livello che consente a Luciana Gawronska di agire un po' come agente segreto un po' come diplomatica per aiutare civili, politici, amici intrappolati nella Polonia occupata e martoriata: si rivolge persino a Mussolini, aborrito dal padre, a nazisti e antinazisti, a esponenti della resistenza. La storia passa dalla sua vita e viceversa. Le sue missioni segrete danno i brividi per i rischi che corre con fierezza e coraggio. Tesse e cuce situazioni per lei pericolosissime, braccata dalla Gestapo in giro per l'Europa, mentre il matrimonio si sfilaccia. Avessero avuto gli americani una figura come lei, oggi la conoscerebbero tutti, per i libri e per i film. A conflitto terminato, Luciana Frassati rivela non senza difficoltà la sua statura intellettuale come poetessa e scrittrice, divenendo un'importante e raffinata esponente della cultura, italiana e non solo, amica di Arturo Toscanini e musa del rivale Wilhelm Furtwängler, in contatto stretto con l' intellighenzia europea. Donna tenace e affascinante, che rivive nelle pagine di un libro avvincente come la sua protagonista, per una storia lunga un secolo, ben scritta e ben raccontata.

(ANSA).

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