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Papa a Palermo per celebrare don Puglisi

Attesa per messaggio Bergoglio. Tappa anche a Piazza Armerina

(ANSA) - PALERMO, 14 SET - La prima volta lo disse il 21 marzo 2014, celebrando le vittime di mafia nella chiesa romana di San Gregorio VII con Libera e don Ciotti, evocando il grido di papa Wojtyla nel '93 nella Valle dei Templi ad Agrigento: "Convertitevi! Lo chiedo in ginocchio, é per il vostro bene", disse ai "grandi assenti" della cerimonia, i mafiosi. "Il potere, il denaro che voi avere adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all'altra vita", proseguì: "Convertitevi. Ancora c'è tempo per non finire nell'inferno: è quello che vi aspetta se continuate su questa strada".
    Poi, il 21 giugno di quell'anno, nella messa con 250 mila persone sulla Piana di Sibari, durante la visita alla diocesi di Cassano allo Ionio, papa Francesco andò ancora più a fondo: "Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!". E il 21 febbraio 2015, ricevendo in Vaticano sempre i diocesani di Cassano, ribadì con forza: "chi ama Gesù, chi ne ascolta e accoglie la Parola e chi vive in maniera sincera la risposta alla chiamata del Signore non può in nessun modo darsi alle opere del male. O Gesù o il male!". E ancora: "I gesti esteriori di religiosità non accompagnati da vera e pubblica conversione non bastano per considerarsi in comunione con Cristo e con la sua Chiesa". Quindi, "a quanti hanno scelto la via del male e sono affiliati a organizzazioni malavitose rinnovo il pressante invito alla conversione".
    La posizione di papa Francesco verso i comportamenti e la criminalità mafiosi, quindi, è più che chiara. Ecco perché c'è molta attesa per quello che il Pontefice dirà domani durante la sua seconda visita in Sicilia - dopo quella dell'8 luglio 2013 a Lampedusa - dove viene per rendere omaggio a un martire della criminalità organizzata, il beato don Pino Puglisi, eroico sacerdote, nel 25/mo anniversario della sua morte per mano mafiosa. Dopo la tappa a Piazza Armerina (Enna), a Palermo il Pontefice celebrerà la messa al Foro italico nella memoria liturgica del beato sacerdote, ucciso nel giorno del suo compleanno nella periferia palermitana di Brancaccio. Nello stesso quartiere dov'era nato 56 anni prima e dove dal 1990 svolgeva il suo ministero come parroco di San Gaetano.
    Proprio alla Parrocchia di San Gaetano e al quartiere Brancaccio, oltre che alla casa di Puglisi, il Papa farà visita nel pomeriggio, dopo il pranzo con i poveri, i detenuti e gli immigrati alla missione di Fra' Biagio Conte, e prima dell'incontro con il clero e di quello con i giovani.
    Fu per la sua opera di promozione umana ed evangelizzazione, condotta dal pulpito parrocchiale, con la realizzazione del centro "Padre nostro" e l'insegnamento nelle scuole, che Puglisi finì nel mirino delle famiglie mafiose che controllavano il quartiere, soprattutto i fratelli Graviano, cercando di non fare entrare nel vortice della mafia i bambini che vivevano per strada e consideravano i mafiosi degli idoli. Si rivolgeva spesso ai mafiosi durante le sue omelie, a volte anche sul sagrato della chiesa. Tolse dalla strada ragazzi e bambini che, senza il suo aiuto, sarebbero stati risucchiati dal crimine. Il fatto che sottraesse giovani alla mafia fu la principale causa dell'ostilità dei boss, che lo consideravano un ostacolo.
    Decisero così di ucciderlo, dopo una lunga serie di minacce di morte di cui don Pino non parlò mai con nessuno. Il 15 settembre 1993 intorno alle 22:45 fa ucciso davanti al portone di casa in Piazzale Anita Garibaldi, nella zona est di Palermo.
    Mandanti dell'omicidio furono i capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, arrestati il 26 gennaio 1994. Giuseppe Graviano fu condannato all'ergastolo il 5 ottobre 1999. Il fratello Filippo, assolto in primo grado, fu condannato in appello all'ergastolo il 19 febbraio 2001. Ergastolo in Corte d'assise anche per Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro e Luigi Giacalone, gli altri componenti - oltre al pentito Giuseppe Grigoli che collaborò con gli inquirenti - del commando che aspettò il prete sotto casa. Il 28 giugno 2012 la Congregazione delle Cause dei santi promulgò il decreto di beatificazione di don Puglisi per il martirio 'in odium fidei' e il 25 maggio 2013, in una cerimonia a Palermo davanti a centomila fedeli, il suo nome è stato iscritto nell'albo dei beati.(ANSA).
   

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