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Papa: onorare i genitori, con loro limiti, dà lunga vita felice

All'udienza generale. "Mai insultare i genitori, la mamma altrui"

    "Onorare i genitori porta ad una lunga vita felice. La parola 'felicità' nel Decalogo compare solo legata alla relazione con i genitori". Lo ha detto il Papa nell'udienza generale, che nel ciclo di catechesi sui Comandamenti ha dedicato oggi al quarto, "Onora il padre e la madre", spiegando che "la Quarta Parola ha una sua caratteristica: è il comandamento che contiene un esito. Dice infatti: 'Onora tuo padre e tua madre, come il Signore, tuo Dio, ti ha comandato, perché si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà' (Dt 5,16)".

    "Questa sapienza pluri-millenaria dichiara ciò che le scienze umane hanno saputo elaborare solo da poco più di un secolo: che cioè l'impronta dell'infanzia segna tutta la vita - ha osservato Francesco -. Può essere facile, spesso, capire se qualcuno è cresciuto in un ambiente sano ed equilibrato. Ma altrettanto percepire se una persona viene da esperienze di abbandono o di violenza. La nostra infanzia è un po' come un inchiostro indelebile, si esprime nei gusti, nei modi di essere, anche se alcuni tentano di nascondere le ferite delle proprie origini".

    Ma secondo il Papa, "la Quarta Parola dice ancora di più. Non parla della bontà dei genitori, non richiede che i padri e le madri siano perfetti. Parla di un atto dei figli, a prescindere dai meriti dei genitori, e dice una cosa straordinaria e liberante: anche se non tutti i genitori sono buoni e non tutte le infanzie sono serene, tutti i figli possono essere felici, perché il raggiungimento di una vita piena e felice dipende dalla giusta riconoscenza verso chi ci ha messo al mondo".

    "Pensiamo a quanto questa Parola può essere costruttiva per tanti giovani che vengono da storie di dolore e per tutti coloro che hanno patito nella propria giovinezza", ha sottolineato Bergoglio: "Molti santi - e moltissimi cristiani - dopo un'infanzia dolorosa hanno vissuto una vita luminosa, perché, grazie a Gesù Cristo, si sono riconciliati con la vita".

    "Pensiamo - ha elencato - all'attuale beato e prossimo santo Nunzio Sulprizio, quel giovane napoletano che a 19 anni ha finito la sua vita riconciliato, con tanti dolori, con tante cose perché il cuore suo era sereno e mai aveva rinnegati i suoi genitori. Pensiamo a san Camillo de Lellis, che da un'infanzia disordinata costruì una vita d'amore e di servizio; a santa Giuseppina Bakhita, cresciuta in una orribile schiavitù; o al beato Carlo Gnocchi, orfano e povero; e allo stesso san Giovanni Paolo II, segnato dalla perdita della madre in tenera età". Ha quindi invitato "a onorare i nostri genitori con libertà di figli adulti e con misericordiosa accoglienza dei loro limiti".

    "Onorare i genitori, ma ci hanno dato la vita! Se tu ti sei allontanato dai tuoi genitori, fa' uno sforzo e torna, torna da loro, forse sono vecchi, ti hanno dato la vita", ha poi aggiunto 'a braccio': "E poi fra noi c'è l'abitudine di dire cose brutte, anche parolacce. Per favore, mai, mai, mai insultare i genitori altrui! Mai si insulta la mamma, mai insultare il papà, mai, mai". "Fate voi questa decisione interna - ha concluso il Papa -: da oggi in poi mai insulterò la mamma o il papà di qualcuno. Gli hanno dato la vita, mai insultare i genitori altrui".
   

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