"Oggi nel mondo, in Europa, tanti cristiani sono perseguitati, e danno la vita per la propria fede. Sono perseguitati con guanti bianchi: lasciati da parte, emarginati. E il martirio è l'aria della vita di un cristiano, di una comunità cristiana". Il Papa interrompe il discorso durante l'udienza generale, prosegue 'a braccio', e illustra la sua visione di cosa significa oggi essere cristiani.
"Sempre ci saranno i martiri fra noi - aggiunge nella Sala Nervi, durante la catechesi dedicata ancora al libro degli Atti degli Apostoli, e in particolare oggi alla figura di San Paolo -, e questo è il segnale che andiamo sulla strada di Gesù. E' una benedizione del Signore che ci sia nel popolo di Dio qualcuno o qualcuna che dia questa testimonianza del martirio".
"Io vengo da San Pietro, lì ho avuto una prima udienza questa mattina con i pellegrini ucraini, di una diocesi ucraina. Come è stata perseguitata questa gente! Quanto hanno sofferto per il Vangelo! Ma non hanno negoziato la fede. E' un esempio", spiega.
Prima dell'udienza generale nell'Aula Paolo VI, infatti, il Papa riceve in udienza presso l'Altare della Cattedra della Basilica vaticana i partecipanti al pellegrinaggio dell'Eparchia di Mukachevo di rito bizantino (Ucraina) in occasione del 30/o anniversario dell'uscita dell'Eparchia dalla clandestinità.
"Sono lieto di accogliervi presso la Tomba di San Pietro, e assieme a voi desidero ringraziare il Signore infinitamente buono che con la sua mano potente ha liberato la vostra Chiesa dalla lunga oppressione del regime sovietico" dice il Pontefice.
"La Chiesa di Mukachevo è madre di tanti martiri, che con il proprio sangue hanno confermato la fedeltà a Cristo, alla Chiesa Cattolica e al Vescovo di Roma", ricorda. Il Papa evoca il beato vescovo martire Teodor Romza, "che nei momenti più bui della vostra storia ha saputo guidare il popolo di Dio con sapienza evangelica e coraggio, uomo instancabile, secondo l'esempio di Cristo Buon Pastore, fino a dare la propria vita per le pecore".
"Voglio anche ricordare - dice ancora - i vostri antenati, nonni e nonne, padri e madri, che nell'intimità delle loro case, e spesso sotto la sorveglianza del regime ostile, rischiando la propria libertà e la vita, hanno trasmesso l'insegnamento della verità di Cristo e hanno offerto alle generazioni future, di cui voi siete rappresentanti, un'eloquente testimonianza di fede salda, di fede viva, di fede cattolica".
Sull'idea di comunità cristiane sotto attacco, significativo anche quanto il Papa dice in udienza generale ai pellegrini di lingua araba, "in particolare a quelli provenienti dall'Iraq, dal Libano, dalla Siria e dal Medio Oriente. Vi invito a non avere paura, a mantenere la vostra fede di fronte a tutte le prove e a essere audaci per Cristo, certi che né tribolazione, né angoscia, né persecuzione potrebbero separarci dal Suo amore. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre dal maligno!".
Momento di distensione, infine, sul palco dell'Aula Paolo VI, con alcuni acrobati e giocolieri del Circo di Mosca, che si sono esibiti in onore del Pontefice. Tra loro anche una bambina. Il Papa, sorridente, ha mostrato di gradire molto il breve spettacolo, e alla fine ha salutato gli artisti e i responsabili del Circo, lasciandosi fotografare con loro e donando medaglie.