"Quest'anno, mentre speriamo in una rinascita e in nuove cure, non tralasciamo la cura. Perché, oltre al vaccino per il corpo, serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri, come fa la Madonna con noi". Il Papa è bloccato da una "dolorosa sciatalgia" che gli impedisce di celebrare la messa di inizio d'anno, come accaduto già ieri pomeriggio per i Primi Vespri e il Te Deum, ma il suo messaggio arriva forte e chiaro dall'omelia preparata per l'occasione, letta dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin che presiede in sua vece la liturgia all'Altare della Cattedra.
"Quanto è importante educare il cuore alla cura, ad avere care le persone e le cose - afferma -. Tutto comincia da qui, dal prenderci cura degli altri, del mondo, del creato. Non serve conoscere tante persone e tante cose se non ce ne prendiamo cura". Il Papa, come proposito per il nuovo anno, invita anche a "donare il proprio tempo", a "trovare il tempo per qualcuno".
"Il tempo è la ricchezza che tutti abbiamo, ma di cui siamo gelosi, perché vogliamo usarla solo per noi - spiega -. Va chiesta la grazia di trovare tempo: tempo per Dio e per il prossimo: per chi è solo, per chi soffre, per chi ha bisogno di ascolto e cura".
Proprio "La cultura della cura come percorso di pace" è il tema della 54/a Giornata Mondiale della Pace che si celebra oggi e, a differenza di quanto deciso per le celebrazioni nella Basilica a causa del suo malanno di fine 2020, il Papa non rinuncia a spiegarne il senso personalmente nell'Angelus in diretta video della Biblioteca del Palazzo apostolico. Il nuovo anno "sia speso per la nostra crescita umana e spirituale, sia tempo per appianare gli odi e le divisioni, e ne sono tante, sia tempo per sentirci tutti più fratelli, sia tempo di costruire e non di distruggere, prendendoci cura gli uni degli altri e del creato. Un tempo per far crescere, un tempo di pace", è il suo auspicio.
Secondo il Pontefice, "i dolorosi eventi che hanno segnato il cammino dell'umanità nell'anno trascorso, specialmente la pandemia, ci insegnano quanto sia necessario interessarsi dei problemi degli altri e condividere le loro preoccupazioni". Questo atteggiamento, sottolinea, "rappresenta la strada che conduce alla pace, perché favorisce la costruzione di una società fondata su rapporti di fratellanza".
"Ciascuno di noi, uomini e donne di questo tempo, è chiamato a realizzare la pace, ognuno di noi, non siamo indifferenti a questo - avverte -: noi siamo chiamati a realizzare la pace, ogni giorno e in ogni ambiente di vita, tendendo la mano al fratello che ha bisogno di una parola di conforto, di un gesto di tenerezza, di un aiuto solidale. Questo per noi è un compito dato da Dio: essere costruttori di pace".
Il Papa ringrazia il presidente Sergio Mattarella per gli auguri nel Messaggio di fine anno e li "ricambia di cuore". Pronuncia appelli contro l'inasprirsi delle violenze in Yemen e per la liberazione del vescovo ausiliare rapito in Nigeria. Ringrazia la Cei e la Comunità di Sant'Egidio per le manifestazioni 'virtuali' per la pace in questa Giornata Mondiale. E sia sul suo canale social che a voce formula i suoi auguri per l'anno appena iniziato. "L'umanità possa progredire sulla via della fraternità, della giustizia e della pace", twitta. E ancora all'Angelus augura a tutti "un anno di pace e di speranza".