(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 6 LUG - "Aiuto alla Chiesa che
Soffre si unisce in preghiera con il Santo Padre e con i
Patriarchi impegnati domani nell'incontro ecumenico di Bari.
Siamo certi che non mancheranno preziosi frutti per la pace in
Medio Oriente, come non sono mancati a seguito di analoghe
iniziative del Pontefice". Così dichiarano Alfredo Mantovano e
Alessandro Monteduro, presidente e direttore di Acs Italia.
Aiuto alla Chiesa che Soffre è tra le organizzazioni di
carità operanti in Medio Oriente, dove dal 2011 ad oggi ha
realizzato progetti per i cristiani perseguitati per oltre 75
milioni di euro. Particolarmente rilevante è l'intervento in
Iraq e Siria. La Fondazione pontificia garantisce il proprio
sostegno alle differenti comunità cristiane. "Il Santo Padre ha
più volte utilizzato l'espressione 'ecumenismo del sangue' -
continuano Mantovano e Monteduro - ricordandoci come i
persecutori non operano distinzioni tra le diverse confessioni.
Anche la nostra azione non opera distinzioni".
L'opera di Acs in Medio Oriente "consente la permanenza in
patria di quanti, diversamente, sarebbero costretti a emigrare,
o il ritorno di quanti sono stati costretti ad allontanarsi",
spiega la fondazione pontificia. "Il piano Acs per la Piana di
Ninive in Iraq ha permesso finora il ritorno di 8.770 famiglie.
Si tratta del 45% dei nuclei familiari costretti a fuggire
dall'Isis nel 2014. Anche in Siria, grazie ad Acs, cristiani di
diverse confessioni rientreranno in patria, grazie a progetti di
ricostruzione".
"I progetti di sostegno alle comunità cristiane mediorientali
da un lato soddisfano il loro desiderio di restare nei luoghi di
origine, dall'altro hanno un duplice effetto positivo sulle
nazioni europee: attenuano la pressione migratoria, perché
aiutare i cristiani mediorientali a risiedere in pace nei luoghi
di origine traduce in concreto l' 'aiuto a casa loro', e
arginano il terrorismo fondamentalista. La permanenza di
comunità cristiane nei territori più esposti a tale minaccia
rappresenta un prezioso elemento di stabilizzazione
socio-culturale, con ricadute positive anche sull'Europa",
concludono Mantovano e Monteduro.(ANSA).