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Confartigianato, anche per chi lavora pesa zona rossa

Confartigianato, anche per chi lavora pesa zona rossa

Calo ricavi parrucchieri 50%, taxi 80%, fotografi 85%

TORINO, 12 novembre 2020, 11:30

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Anche le attività artigiane aperte stanno registrando un pesante calo del fatturato a causa del fatto di lavorare in una 'zona rossa'. Lo sottolinea Confartigianato che stima un calo di ricavi per i parrucchieri del 50%, anche in relazione al fatto che alcuni negozi lavorano in condivisione con i centri estetici. Pasticcerie, gelaterie e attività legate al food registrano una flessione del 55%, il settore dell'abbigliamento (sartoria, calzolai) del 60%, con una produzione di calzature e di abiti pressoché nulla, i fotografi dell'85%, i taxi dell'80%, le lavanderie del 55%, gli autiotrasportatori del 48%.
    "Prima di tutto - spiega Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino - bisogna sottolineare che il decreto, collegato all'inserimento di Torino e del Piemonte tra le zone rosse, ha creato una confusione che non va di certo a vantaggio delle imprese, anche di quelle rimaste aperte. La grande maggioranza delle attività artigiane anche se è aperta paga il pegno di lavorare in un'area delimitata come zona rossa, quindi con un traffico di clientela pressoché dimezzato, in quanto le persone si possono spostare solo per motivi di lavoro e di salute. Inoltre, le nostre botteghe rappresentano dei punti di riferimento per la clientela che è abituata anche a spostarsi in un altro comune diverso da quello di residenza per raggiungere, per esempio, il proprio parrucchiere di fiducia. Per molti il 2020 è irrimediabilmente compromesso e la gestione del 2021, pur rimanendo incerta e legata alla durata della pandemia, potrebbe rappresentare un'ulteriore criticità".
   

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