(ANSA) - BOLOGNA, 11 GEN - Nel terzo trimestre dell'anno, tra
luglio e settembre - complice un allentamento delle predenti
misure restrittive - il settore del commercio ha registrato, in
regione, una flessione delle vendite a prezzi correnti del 2,4%
rispetto all'anno precedente mentre il saldo tra le quote delle
imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale
delle vendite si alleggerisce e risale da un -31% a un -2,1%.
E' quanto emerge della consueta indagine congiunturale
realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna
secondo cui "le limitazioni alle attività imposte dalle misure
anti-Covid 19, e l'emergenza che cambia il colore alle giornate
del calendario, creano un clima di incertezza di cui non si
riescono a definire i limiti temporali".
A giudizio dell'ente camerale "una possibile boccata di
ossigeno, specie per il comparto non alimentare, potrà arrivare
dall'apertura della stagione dei saldi dal 30 gennaio 2021,
anticipata dalla rimozione del divieto alle vendite
promozionali: un'occasione per incassare liquidità, fondamentale
per la sopravvivenza delle aziende e per fornire occasioni di
acquisto ai consumatori".
In attesa dei dati del quarto trimestre del 2020, nel terzo
le vendite dello specializzato alimentare si sono ridotte
dell'1,1% mentre il dettaglio specializzato non alimentare è
arretrato del 4,5%. Ipermercati, supermercati e grandi magazzini
hanno registrato un incremento delle vendite del 3,4%.
Alla fine di settembre le imprese attive nel commercio al
dettaglio erano 42.821, in calo del 2,4% per cento (-1.055
unità) rispetto al terzo trimestre del 2019: l'andamento
negativo è dato da una più veloce diminuzione delle società di
persone (-3,9% -357 unità) e da una più ampia riduzione delle
ditte individuali (-816 unità, -2,7%). (ANSA).