(ANSA) - PESCARA, 07 GIU - Gli investimenti previsti dl Pnrr
in ambito sanitario (oltre 200 milioni di euro) potenzieranno i
servizi di una regione, come l'Abruzzo, "dove sono presenti
vaste aree interne e montane, con centri abitati isolati e una
popolazione (soprattutto nella sua componente più anziana) che
soffre le distanze e le mancanze di un sistema sanitario di
prossimità, gravato dai tagli alla spesa (i posti letto negli
ospedali italiani sono passati da 244mila nel 2010 a 211mila nel
2018) e dalla pressione della pandemia".
L'analisi è a cura di Osservatorio Abruzzo, progetto di
Openpolis, che ha analizzato lo stato della sanità territoriale
in Abruzzo. Il primo presidio della rete sanitaria sul
territorio è rappresentato dai medici di medicina generale e dai
pediatri. In base ai dati relativi al 2019, in media in Italia
ogni medico di medicina generale ha un carico potenziale di
1.237 adulti residenti. Ciascun pediatra ha invece un carico
medio potenziale di 967 bambini. In questo quadro, sono 1.064
gli adulti abruzzesi per ogni medico di medicina generale. Nella
regione, inoltre, ciascun pediatra ha un bacino potenziale di
884 bambini residenti.
In Abruzzo sono 129 le strutture sanitarie, di cui il 51%
pubbliche. Di fianco a queste, si contano nella regione anche
85 strutture residenziali e 16 semiresidenziali. Si contano
inoltre 131 strutture territoriali di altro tipo: centri dialisi
ad assistenza limitata, gli stabilimenti idrotermali, i centri
di salute mentale, i consultori familiari, i centri
distrettuali. In Abruzzo il 97,7% di questi presidi è pubblico.
Complessivamente, in provincia dell'Aquila sono presenti 11
strutture di ricovero, di cui 5 ospedali e 6 case di cura
accreditate. In quella di Chieti sono 7 (di cui 5 ospedali), nel
pescarese 5 (3 ospedali) e nel teramano 4 (tutti ospedali). In
tutto sono 27 le strutture di ricovero attive.
Degli oltre 200 milioni di euro del Pnrr stanziati per l'Abruzzo
59 andranno all'apertura delle "Case della comunità", 54
all'adeguamento antisismico delle strutture, 38 alla
digitalizzazione del sistema, 31 all'acquisto di grandi
apparecchiature, 26 agli "ospedali di comunità" e 4 milioni alle
centrali operative territoriali. (ANSA).