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Diritto Bancario. Illegittimità e i vizi nei contratti bancari: ce ne parla l'Avv. Antonio Cavallo.

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Diritto Bancario. Illegittimità e i vizi nei contratti bancari: ce ne parla l'Avv. Antonio Cavallo.

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Responsabilità editoriale di PRIMA PAGINA ITALIA

"La quasi totalità dei contratti bancari proposti dalle banche ai clienti, sia di credito che di investimento, analizzandoli accuratamente, presentano vari profili di illegittimità con conseguenti pregiudizi economici a carico degli ignari clienti/correntisti." Sostiene l’avv. Cavallo, autorevole e noto specialista in campo nazionale.

12 ottobre 2019, 00:04

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Avv. Antonio Cavallo: specializzato in Diritto Bancario e dei Mercati Finanziari, autore di pubblicazioni scientifiche in tale settore giuridico - fondatore/titolare dello Studio Legale Cavallo & Partners, con sede principale in Paola (CS) e secondarie in Cosenza e Roma.

Forte dell’esperienza maturata in materia di diritto bancario e dei mercati finanziari, che ha portato il suo studio - costituito nel 2004 - a registrare centinaia di sentenze in cause civili contro le banche, alcune da considerare come precedenti in campo nazionale alle quali si è uniformata la successiva giurisprudenza.

Numeri che fanno dello Studio Legale Cavallo & Partners un punto di riferimento per l'intero territorio italiano nelle controversie relative a contratti bancari e finanziari ed, in generale ai comportamenti dannosi che in vario modo le Banche pongono in essere nei confronti della propria clientela.

Come mai ha deciso di specializzarsi in diritto bancario e dedicare la sua professione quasi completamente alle controversie giuridiche nascenti da contratti bancari?

«La scelta di specializzarmi in diritto bancario e dei mercati finanziari è avvenuta per caso oltre 15 anni fa, quando un caro e stretto congiunto si è presentato al mio studio in condizioni visibilmente disperate, chiedendomi accoratamente di prendermi cura "dei problemi creatigli dalle banche", sottoponendomi alcuni atti giudiziari notificatigli da un istituto di credito con il quale da lunghissimo tempo aveva intrattenuto diversi rapporti bancari.

Studiando approfonditamente i contratti, la normativa di settore e la pertinente giurisprudenza, nonchè le clausole ivi predisposte e l'evolversi dei rapporti negli anni, riscontravo numerosi addebiti (costi, interessi, spese, commissioni, ecc..), palesemente illegittimi, che non trovavano alcuna giustificazione contrattuale, alcune delle quali anche in contrasto con norme imperative

Da allora è nato l'interesse e la passione per il diritto bancario, alimentato sia dallo sbilanciato rapporto di forza esistente tra i clienti e le banche - paragonabile, per usare una metafora, a Davide contro Golia - che dal senso di giustizia "spregiato" dai comportamenti abusivi e, non di rado, temerari, attuati dagli istituti di credito».

Quale consiglio può dare oggi ai clienti per accertare la correttezza del comportamento della banca nei loro confronti?

«Oggi ancora la maggior parte degli avvocati si occupa di tutto lo scibile giuridico, senza soluzione di continuità.

La specializzazione e l'esperienza, soprattutto in materia bancaria e finanziaria, è invece fondamentale!

Bisogna ricordare che gli istituti di credito sono soggetti professionisti del settore e, dunque, ben organizzati e strutturati, con relativi uffici legali costantemente aggiornati sul diritto, sulla contrattualistica bancaria e sulla normativa e giurisprudenza di riferimento.

Per arrivare ad ottenere il risultato sperato, il cliente deve sempre affidarsi ad un legale con alta specializzazione in diritto bancario.

Per l'avvocato chiamato a tutelare gli interessi dei clienti nei confronti del ceto bancario è fondamentale, direi imprescindibile, avere una adeguata specializzazione tecnica-giuridica in tale disciplina del diritto, che si acquisisce attraverso un costante ed approfondito studio e ad occasioni di formazione accademica ed aggiornamento professionale.

Ciò, peraltro, consente di maturare molta esperienza sul campo, grazie alla fiducia accordata dai propri assistiti, oggi molto più informati ed attenti nel rivolgersi a professionisti competenti, cosi come succede in altri campi quale, ad esempio, quello medico».

Quali sono le ragioni del crescente contenzioso tra banche e clienti?

«Sempre più aziende sono in crisi o, addirittura, falliscono a causa dell'aggressività delle banche, costantemente protese alla massimizzazione del profitto, a volte necessario per compensare politiche scellerate di distribuzione di dividenti e benefit elargiti a manager incapaci, o meno preferibile, spregiudicati ed in mala fede.

Con specifica preparazione tecnico-giuridica, ci si accorge che, alle volte, non solo i debiti non esistono, ma, addirittura sono i clienti stessi ad essere creditori delle Banche le quali addebitano somme di danaro sulla base di clausole vessatorie, inesistenti e/o illegittime sotto diversi profili e che per dette ragioni dovranno essere restituite.

Tali situazioni possono verificarsi tanto nei contratti di conto corrente, di mutuo bancario, fondiario e nella generalità dei finanziamenti erogati (aperture di credito su conto corrente, credito su sconto fatture o assegni, anticipazioni concesse a vario titolo, finanziamenti personali, cessioni del quinto, ecc...), quanto nei contratti di investimento in generale (polizze assicurative, fondi di investimento, gestioni patrimoniali, ETF, ecc...).

Condizioni che si riscontrano, altresì, nei contratti bancari c.d. di copertura del rischio quali gli strumenti derivati la cui negoziazione avviene al di fuori dei mercati organizzati (over the counter), o, ancora, nei contratti di garanzia (fideiussione, pegno, ipoteche, ecc...).

A titolo puramente esemplificativo, riporto alcune delle sentenze emesse dai Tribunali Civili su controversie relative ad i casi sopra illustrati e che ho avuto il pregio di curare:

1)illegittima revoca dell'affidamento bancario e segnalazione a sofferenza:

Trib. Paola, R.G. n. 1084/2009 e n. 1136/2010, sent. 10.02.2018; Trib. Cosenza, ordinanza del 16.02.2017);

2) illegittimi addebiti su conto corrente e restituzione somme : Trib. di Paola, sent. n.1059/2017; Corte di Appello di Catanzaro, sent. n. 1260/2018 Trib.di  Paola, sent. n. 89/2018;

3) nullità del mutuo fondiario e sospensione pignoramento: Trib. Paola ord. 12/2018

4) condanna della banca per sottrazione di somme da parte del promotore finanziario: Trib. Cosenza, sent. n. 16769-2017

5) somme trattenute indebitamente e responsabilità aggravata della banca: Trib. di Paola, ordinanza dello  05.10.2017»

In che termini è quantificabile il fenomeno delle liti bancarie?

«I casi più noti alle cronache, e che hanno avuto grande risonanza mediatica, sono solo una piccola goccia rispetto al mare magnum costituito dalle migliaia e migliaia di soggetti risparmiatori (privati ed aziende) che hanno visto "evaporare" i loro risparmi da politiche aziendali spregiudicate e truffaldine.

Si considerino i tanti piccoli risparmiatori che negli ultimi anni hanno acquistato azioni o altri titoli di credito dalle banche perché "suggeriti", in maniera incessante, dai vari dipendenti e funzionari di turno, a loro volta pressati dai vertici aziendali.

Titoli c.d. "spazzatura" proposti e consigliati sulla base di bilanci gonfiati, utilizzati al solo fine di raggiungere obiettivi economici e consentire agli amministratori di riscuotere immeritati ed ingenti premi in danaro.Alla fonte di questa illegittima operazione di raccolta del risparmio privato, vi era, infatti, una falsa rappresentazione della solidità patrimoniale/finanziaria della banca o, comunque, del soggetto emittente il titolo/investimento (si v. i casi Banca Etruria, Banca Popolare di Vicenza, i bond Argentini, gli investimenti promossi dalle banche in diamanti, i vari Credito Cooperativo in cui le quote dei soci hanno perso completamente il valore, ecc, ecc...).

Si aggiungano a ciò le sempre più frequenti azioni poste in essere dalle banche aventi finalità meramente vessatorie, o quasi estorsive, volte a esercitare indebite pressioni sul cliente che abbia "alzato la testa".

A tal fine, non di rado assistiamo ad atteggiamenti ostruzionistici e dilatori nei casi in cui i clienti richiedono copia della documentazione contrattuale o delle scritture contabili.

Infatti, tali legittime richieste, in alcune circostanze, vengono evase con notevole ritardo, o a fronte di pretese economiche spropositate o, ancor peggio,  restano completamente prive di riscontro.

Per fortuna la giurisprudenza è sempre più attenta e sensibile nel censurare siffatti comportamenti (cfr.Provvedimenti del Garante per la Protezione dei Dati Personali): Provv  03/2015 - Provv 02/2018

 Ed ancora, sul punto, è da segnalare il crescente uso improprio e meramente speculativo degli interessi della Banca nell'utilizzo dei Sistemi di Informazione Creditizia, c.d. banche dati del credito (Centrale dei Rischi della Banca d'Italia, Crif, ecc...), nel segnalare al loro interno, nella categoria "sofferenza", alcuni rapporti che non presentano i requisiti richiesti ex lege.

In molti casi queste segnalazioni hanno il mero ed illegittimo fine di dissuadere il cliente dall'agire a tutela dei suoi diritti, ovvero tentare di scoraggiarlo affinchè adisca le vie legali: giudizi civili che il cliente è costretto ad attivare, suo malgrado, in ragione dell'ostracismo e della mancata collaborazione della banca. In moltissimi casi la segnalazione alla categoria "sofferenza" viene eseguita in assenza dei requisiti richiesti prescritti dalla legge e, per di più, con la consapevolezza, da parte degli istituti di credito segnalanti, delle gravi conseguenze pregiudizievoli che ne derivano in capo ai clienti segnalati.

Infatti, la segnalazione a sofferenza comporta l'immediato discredito del soggetto nel circuito bancario con conseguente impossibilità di poter accedere al credito, o di continuare ad utilizzarlo sulla base dei precedenti rapporti. Nel caso di un'azienda, siffatta segnalazione impedisce lo sviluppo del proprio business, la programmazione economica, la possibilità di competere alla pari con aziende concorrenti che godono di credito bancario.

Quasi sempre, il mero ritardo nell'affrontare questo problema mediante la predisposizione di valide ed opportune azioni legali, può comportare una profonda crisi dell'azienda segnalata ed, anche, la sua definitiva insolvenza. Un'adeguata competenza e specializzazione, anche nelle citate ipotesi, consente di tutelare al meglio il cliente ed ottenere decisioni giudiziali soddisfacenti e riparatorie

Trib Cosenza n18645/2017; Trb. Paola ord del 03/18

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