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Auto elettriche, ecco come fare per diffonderle in Italia

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Auto elettriche, ecco come fare per diffonderle in Italia

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Responsabilità editoriale di Delta Pictures

Alberto Di Tanno (Gruppo Intergea): Servono cultura, formazione e più infrastrutture

18 febbraio 2021, 13:30

Delta Pictures

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di Delta Pictures

«Le auto elettriche hanno visto percentuali di crescita sorprendenti nel 2020. Numeri importanti che certificano una trasformazione in atto», dichiara Alberto Di Tanno,presidente del Gruppo Intergea, leader nella distribuzione automotive in Italia.  Si è parlato di boom delle vetture alla ‘spina’ e le previsioni spingono a considerare il 2021 come l’anno della loro consacrazione, ma nonostante il forte incremento, l’Italia resta fanalino di coda per l’acquisto dell’elettrico in Europa.

«Affinché la mobilità elettrica decolli – spiega Di Tanno - devono esserci profondicambiamenti nelle abitudini e nelle preferenze dei consumatori. Non si può parlare di una reale conversione del mercato, se non c’è un’evoluzione della domanda, accompagnata da un giusto adeguamento delle infrastrutture di ricarica».

DATI

L’ aumento è del 155% di vendite per le full elettric rispetto al 2019 e se si guarda l’incremento di dicembre rispetto allo stesso mese dell’anno precedente  si supera anche il 750% in più. «La strada all’elettrificazione è di certo tracciata. Ma questi valori se paragonati alla trazione tradizionale sono ancora ben poca cosa», spiega Alberto Di Tanno.

Precisamente, nel nostro Paese sono state vendute 32mila 500 vetture full elettric, 27mila ibride plug-in (quelle che combinano motore a combustione e batteria da ricaricare). Quindi, appena 60mila su 1,4 milioni di auto vendute in Italia. Rappresentano il 3% del mercato dell’auto. Una quota molto ridotta rispetto al trend europeo. In Norvegia l’elettrico arriva al 60%, la Svezia supera il 20%. Francia e Germania immatricolano al mese lo stesso numero di auto elettriche immesse in Italia in un anno.

UNA STRADA TUTT’ALTRO CHE IN DISCESA

 

«Se da una parte la transizione verso una mobilità ‘green’ – commenta il presidente del Gruppo Intergea - non è più in discussione, le impennate percentuali del 2020 hanno tutto un altro aspetto alla luce degli obiettivi».

Infatti, il piano nazionale dell’energia prevede di sostituire 6 milioni di veicoli con altrettante auto elettriche entro il 2030: «Una strada tutt’altro che in discesa se si considera che oggi in circolazioni ce ne sono, si e no, 100mila. E se l’Italia resta fanalino di coda in questa trasformazione – sottolinea Di Tanno - è perché gli utenti ancora percepiscono l’elettrico come oneroso e pieno di incognite».

OSTACOLI

Sono ancora numerosi gli aspetti di timore e scetticismo che frenano una diffusa adozione dei mezzi elettrici:  cultura, autonomia delle batterie, infrastrutture di ricarica e valore dei veicoli.

  • «La prima difficoltà è culturale», spiega Alberto Di Tanno. «La virtù elettrica viene vissuta come qualcosa di parziale: chi usa una full elettric sente di non avere la certezza di poter intraprendere un viaggio con serenità per mancanza di infrastrutture».

 

  • Il secondo ostacolo è sicuramente il prezzo, oltre 30mila euro per un’utilitaria elettrica: «Il che rende gli incentivi governativi assolutamente necessari – sottolinea Di Tanno -. Certopiù si vende, più scende il prezzo, ma in questo processo, oltre l’esborso, l’utente vede la svalutazione del proprio acquisto: pensa che nel tempo il prezzo potrà scendere e quindi la sua spesa verrebbe penalizzata. Infatti, molte vetture elettriche sono prese a noleggio proprio per tutelarsi da questo rischio».

 

  • «Difficile anche immaginare che da un momento all’altro collegarsi a una palina di ricarica per l’elettricità sarà come fermarsi al distributore di benzina». Dunque un altro obiettivo è quello di disporre di un’infrastruttura adeguata. La maggior parte dei  punti di ricarica è concentrata nelle città metropolitane, soprattutto al nord. In più sono ancora rare le colonnine ultrafast e perlopiù la ricarica impiega alcune ore. «Bene quindi l’obbligo di installare in autostrada punti veloci di ricarica. Perché al momento avere un garage o un box dove ricaricare l’auto è una delle principali discriminanti per acquistare una full elettric».

SOLUZIONI

Per una vera trasformazione ‘green’, oltre il potenziamento dell’infrastruttura, «occorre educare e sensibilizzare il mercato, facendo nascere una cultura sull’elettrico, a partire dalla formazione . I venditori – sottolinea Di Tanno - devono essere preparati, in grado di farne percepire la facilità d’uso. Il consumatore deve poter ‘toccare con mano’ i nuovi modelli elettrici e vivere in prima persona un’esperienza di guida che permetta di abituarsi al nuovo scenario di mobilità. E probabilmente i primi a dare l’esempio dovrebbero essere le grandi aziende, con i dipendenti che usano le elettriche e con punti di ricarica all’interno degli stabilimenti, in modo da porsi come test driver».

«Un giorno - conclude Alberto Di Tanno, presidente Intergea - l’auto elettrica arriverà per tutti, ma certo non quest’anno».

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