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Etichette, U.Di.Con.: “Chiediamo all’UE maggiore trasparenza per i consumatori”

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Etichette, U.Di.Con.: “Chiediamo all’UE maggiore trasparenza per i consumatori”

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Responsabilità editoriale di UDICON

25 giugno 2018, 17:23

UDICON

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Roma, 25/06/2018 – “Finalmente eravamo sul punto di arrivare ad un buon risultato per i consumatori italiani che abitualmente passavano del tempo nelle corsie dei supermercati per leggere la provenienza degli ingredienti di un determinato prodotto - scrive in una nota il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con. Denis Nesci – la decisione del Ministero dell’Agricoltura e del MISE di rendere le etichette, dal latte alla pasta, dal riso alla salsa di pomodoro, più trasparenti possibili è stata molto apprezzata dagli utenti, che preferivano sapere quali prodotti c’erano sulle loro tavole”.

I decreti nazionali sull’origine degli alimenti (latte e prodotti caseari, riso, pasta, pomodoro), hanno introdotto l’obbligo di indicazione dell’origine di tali materie prime per i prodotti nazionali destinati al mercato italiano. Nonostante la loro incerta applicabilità per contrasto alla normativa europea, erano un chiaro passo verso il raggiungimento di maggiori tutele nei confronti di quei produttori che sono stati travolti per anni dalle importazioni del riso, ad esempio, dai paesi asiatici, e dei consumatori che vogliono conoscere l’origine degli alimenti da loro acquistati.  Tutti i nuovi decreti però sono destinati a decadere il 1.04.2020, data di applicazione del nuovo regolamento europeo sull’origine dell’ingrediente primario.  Il quale non solo eliminerà gli obblighi nazionali ma, attraverso una serie di deroghe, consentirà anche agli operatori di continuare a nascondere l’origine degli ingredienti. 

“La decisione di Bruxelles ha sollevato numerose polemiche tra gli italiani che preferiscono il Made in Italy – continua Nesci – e non possiamo accettare di fare un passo indietro su una disciplina che avrebbe segnato un traguardo così importante per garantire la trasparenza, cosa che è sempre mancata. Non basta, quindi, apporre sulle etichette la dicitura “UE” o “non UE” perché i nostri cittadini devono essere informati sui prodotti del loro paese d’origine e queste diciture limitano la loro libertà di scelta. L’U.Di.Con. in qualità di associazione che tutela i consumatori chiede al Governo che sostenga a Bruxelles una revisione del regolamento europeo in quanto numerose aziende si stavano già adeguando alla normativa nazionale, che è stata apprezzata a gran voce e magari chiede anche la convocazione di un tavolo con le associazioni presenti nel CNCU, per affrontare il tema che si stava definendo positivamente a favore della trasparenza e della tutela dei consumatori. Ritengo che questa volta si possa affrontare una battaglia – conclude Nesci - che vede in primis la salvaguardia del Made in Italy e quindi da una parte la tutela dei consumatori e dall’altra la tutela del rischio di impresa”.

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