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Riparare un elettrodomestico è un diritto oltre che un dovere

PressRelease

Riparare un elettrodomestico è un diritto oltre che un dovere

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Responsabilità editoriale di Seo Cube S.r.l.

29 gennaio 2020, 07:00

Seo Cube S.r.l.

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di Seo Cube S.r.l.

Avere la possibilità di riparare un elettrodomestico evitando di gettarlo tra i rifiuti è un buon modo per salvaguardare l’ambiente: ma l’aspetto ecologico non rappresenta la sola motivazione per la quale si dovrebbe cercare di far durare il più a lungo possibile i dispositivi elettronici che abbiamo in casa. Ne parliamo con il team di follettostore.it, e-commerce specializzato nella fornitura di ricambi.

 

È vero che riparare un elettrodomestico è sia un dovere che un diritto?

Certo che sì. A tal proposito è bene sapere che a partire dal prossimo anno tutti i produttori di televisori, di frigoriferi, di lavastoviglie, di lavatrici e di apparecchi simili saranno obbligati ad assicurare alla clientela la disponibilità dei ricambi per tali prodotti. A seconda del tipo di elettrodomestico, questa disponibilità dovrà essere garantita per sette o dieci anni. Può sembrare un vincolo di secondaria importanza, e invece è fondamentale: grazie a questa novità introdotta a livello europeo, infatti, sarà possibile contrastare gli sprechi correlati ai trucchi connessi all’obsolescenza programmata. Insomma, in teoria non si avrà più a che fare con elettrodomestici che durano poco o con venditori che consiglieranno di comprare un articolo nuovo invece di ripararlo.

In effetti oggi la nostra vita quotidiana è contraddistinta da una costante presenza di device di questo tipo.

Esattamente: dalla lavatrice al frigorifero, dal telefono cellulare al forno a microonde, dal personal computer al ferro da stiro, dal televisore all’aspirapolvere. Sono tutti strumenti di cui ci serviamo tutti i giorni, forse senza che neppure ce ne rendiamo conto: anzi, ce ne accorgiamo solo nel momento in cui si rompono. Quanto si verifica un avvenimento del genere, siamo pervasi dai dubbi, magari perché non sappiamo a chi rivolgerci o perché abbiamo paura di spendere per la riparazione una cifra esagerata. Così ci si concentra sul fai da te.

Il fai da te è una soluzione indovinata?

Al giorno d’oggi sì, anche perché grazie a Internet tutti i ricambi sono disponibili in maniera immediata: è possibile ordinarli e comprarli, in modo da riceverli a casa, con pochi clic. Fare da soli, con l’aiuto del web e degli e-commerce dedicati, è molto più semplice rispetto a quanto lo fosse in passato: per di più online si possono trovare anche tutorial e guide video che contengono tutte le spiegazioni e forniscono tutte le istruzioni di cui si ha bisogno per operare in autonomia.

Quali sono i vantaggi che derivano dalla scelta di riparare un elettrodomestico da soli?

Al di là della gratificazione personale, che pure è innegabile, l’aspetto più vantaggioso è relativo al risparmio di cui si può usufruire. Se un elettrodomestico guasto viene riparato invece di essere gettato tra i rifiuti o magari dimenticato in cantina, si riduce il proprio impatto sull’ambiente e si ha la certezza di evitare una nuova spesa. Il diritto alla riparazione deve essere valorizzato e messo in evidenza, non solo in quanto si tratta di una forma di risparmio per il consumatore, ma anche perché rappresenta a tutti gli effetti un’attività economia proficua e rispettabile.

In questo contesto si inserisce la lotta all’obsolescenza programmata, giusto?

Sì, si tratta di una battaglia che è ormai in atto da qualche anno: lo scopo è quello di combattere contro la durata sempre meno lunga del ciclo di vita degli apparecchi elettronici ed elettrici. Il che, tra l’altro, è a tutti gli effetti un paradosso se si pensa a quanto il progresso tecnologico sia imponente e rapido. La riparazione, per altro, non è un modo per disincentivare o contrastare i consumi, anzi: serve solo ad evitare gli sprechi. Nulla vieta a un consumatore di acquistare una lavatrice nuova ogni anno, ma chi intende ripararla invece che buttarla deve avere il diritto di poterlo fare. Insomma, il diritto alla riparazione si traduce anche nel diritto di acquistare un nuovo prodotto solo se se ne ha davvero la necessità.

Che cosa potrebbe cambiare in futuro con l’entrata in vigore delle nuove norme?

A trarne beneficio saranno non solo i consumatori ma anche le aziende stesse, le quali saranno motivate a spingere il piede sul pedale dell’innovazione e della ricerca, così che possano essere proposti in commercio prodotti che risultino davvero nuovi agli occhi dei consumatori e, di conseguenza, più appetibili. Tutto questo anche in una prospettiva di sostenibilità, vale a dire con un minore inquinamento e un risparmio energetico più elevato.

In termini pratici, quanto si potrebbe risparmiare dal 2021?

Se ci basiamo sulle stime che hanno fornito i tecnici della Ue, ogni anno ciascun consumatore dovrebbe risparmiare intorno ai 150 euro. Vi forniamo un dato significativo. Prendendo in esame le lavastoviglie e le lavatrici che sono state gettate nei centri per la raccolta differenziata, si è scoperto che in un caso su dieci gli elettrodomestici buttati non avevano ancora raggiunto i cinque anni di vita.

Viviamo in una società che spreca, dunque.

Sì, e molto dipende proprio dall’obsolescenza programmata: tra il 2004 e il 2012, per esempio, è aumentato di quasi 5 punti percentuali il numero di elettrodomestici che si sono rotti entro il quinto anno di vita. Nel 2004 la quota era del 3.5 per cento, mentre otto anni dopo era salita all’8.3 per cento. Le conseguenze? Varie e ai limiti dal catastrofismo, dal momento che il sommarsi degli sprechi non va a discapito solo delle tasche dei consumatori, ma è anche un danno dal punto di vista delle emissioni di gas serra.

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