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Mostra di fotografia giapponese al museo di Sant'Agostino

PressRelease

Mostra di fotografia giapponese al museo di Sant'Agostino

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Responsabilità editoriale di Comune di Genova

Ufficio stampa Comune di Genova

18 gennaio 2018, 13:13

Comune di Genova

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sabato 20 gennaio, alle ore 17, al museo di Sant’Agostino verrà inaugurata la mostra “Fotografia Giapponese Settanta/Duemila, lo sguardo sul mondo contemporaneo”, a cura di Rei Masuda, alla presenza del Segretario Generale dell‘Istituto di Cultura Giapponese di Roma Tsurui Jurina, di Donatella Failla (già Conservatrice del Museo d‘Arte Orientale “E. Chiossone“) e di Giancarlo Pinto (docente del DSA Architettura di Genova),   

L’esposizione, in 76 immagini di 23 differenti autori giapponesi più o meno noti alle platee occidentali, propone uno sguardo vario e personale sulla realtà giapponese in trasformazione.

Organizzata dal Museum of Modern Art di Tokyo e proposta dall’Istituto di Cultura Giapponese in Roma, la mostra viene ospitata al primo piano del Museo di Sant‘Agostino, sposandosi perfettamente con le strutture razionaliste della struttura genovese.

La fotografia giapponese è da sempre apprezzata dalle platee internazionali come prodotto di artisti che esprimono la contemporaneità con un linguaggio condiviso, che va oltre le differenze nazionali e culturali.

Nelle due sezioni della mostra, dedicate rispettivamente a “Società in trasformazione” e “Paesaggio in trasformazione”, viene fornita una veduta d’insieme sulla scena contemporanea giapponese a partire dal periodo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, una stagione ricca di cambiamenti nel mondo della fotografia e che costituisce il punto di partenza delle forme espressive attuali.

Trent’anni di cambiamenti, dal sentire degli autori al divenire di uomini e luoghi, all’interpretazione del pubblico: tutto si è trasformato, soprattutto in Giappone.

Le opere rappresentano una pluralità di punti di vista sui fenomeni sociali tra la fine del boom economico e l’inizio del nuovo secolo: non una semplice registrazione meccanica del mondo, né pura espressione della soggettività dell’autore, ma sintesi dell’interazione tra l’oggetto ritratto, il fotografo e l’ambiente in cui entrambi sono immersi.

Le opere qui raccolte e realizzate nell’arco di un trentennio fanno emergere non solo le trasformazioni della società giapponese, con i suoi uomini e i suoi paesaggi, ma anche la varietà e l’inquietudine dei fotografi stessi di fronte a tali trasformazioni, con uno sguardo serio e rigoroso.

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