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CRV - Relazione informativa biennale per il monitoraggio dello stato di attuazione della L.R. n. 48/

PressRelease

CRV - Relazione informativa biennale per il monitoraggio dello stato di attuazione della L.R. n. 48/

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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

votata all'unanimità dalla Quarta commissione consiliare

16 marzo 2023, 15:56

CONSIGLIO REGIONALE VENETO

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO

(Arv) Venezia 16 mar. 2023 - La Quarta commissione consiliare permanente, presieduta da Andrea Zanoni (Pd), Vicepresidente Roberto Bet (Lega/LV), ha votato all’unanimità la presa d’atto della relazione informativa biennale per il monitoraggio dello stato di attuazione della L.R. n. 48/2012 "Misure per l'attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile".

La normativa è la legge più importante per le competenze della Quarta commissione.

Sono intervenuti i rappresentanti delle strutture regionali ‘Polizie locali, Antimafia e Sicurezza’, ‘Agroalimentare’ e ‘Istruzione e Università’, competenti in ordine all’applicazione della L.R. n. 48/2012.

L’art. 19, comma 3°, della normativa regionale prevede che ogni due anni la Giunta regionale presenti alla competente commissione consiliare una relazione che fornisca informazioni sull’evoluzione dei fenomeni di illegalità collegati alla criminalità organizzata di tipo mafioso nelle sue diverse articolazioni rilevate nel territorio regionale, anche in relazione alla situazione nazionale, nonché sugli interventi e le iniziative posti in essere, coordinati e finanziati dalla Regione, evidenziandone i risultati ottenuti, e sull’ammontare delle risorse e la loro ripartizione per il finanziamento delle iniziative e degli interventi previsti dalla legge.

L’obiettivo della relazione è consentire il controllo dello stato di attuazione della legge regionale e valutare i risultati conseguiti, dal punto di vista della prevenzione e del contrasto del crimine organizzato e mafioso nel territorio regionale, nonché sul fronte della promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

Nella prima parte della relazione sono esposti in dettaglio i dati e le informazioni, ricavati dai documenti ufficiali disponibili, circa la presenza dei fenomeni criminosi collegati alla criminalità organizzata di stampo mafioso e allo scenario criminale creatosi in Italia e nel Veneto anche per effetto della pandemia. È scaturito un quadro preoccupante e meritevole di grande attenzione da parte di tutti gli attori, istituzionali e non, affinché uniscano le forze e condividano strategie e buone prassi utili per contenere e respingere la diffusione dei fenomeni di illegalità legati alla presenza mafiosa, ma anche perché si diffonda la cultura della legalità come modello vincente per una sana economia e per la qualità del vivere civile.

Nella seconda parte della relazione sono indicati le azioni progettuali e i risultati conseguiti.

La relazione si conclude riportando in sintesi il ‘Piano dei conti’, riferito all’utilizzo dei fondi messi a disposizione sul capitolo dedicato per le finalità della legge regionale.

Il criterio metodologico adottato nella relazione è quello di associare agli specifici articoli della legge regionale i provvedimenti amministrativi che vi hanno dato attuazione, con la descrizione sintetica dei relativi contenuti e degli esiti conseguiti, rendendo in questo modo più agevole la verifica dello stato di attuazione della norma.

In particolare, la relazione mette in evidenza come il territorio del Veneto è caratterizzato da una ricchissima e variegata realtà economica che spinge la criminalità organizzata ad infiltrarsi, soprattutto nel sistema degli appalti delle grandi opere. Inoltre, l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale è favorita dal fatto che l’imprenditoria veneta è rappresentata da piccole e medie imprese, in gran parte a dimensione familiare che, soprattutto nei momenti di particolare crisi economica, come quello generato dall’attuale pandemia, più facilmente soffrono la mancanza di liquidità e sono quindi attaccabili dalle organizzazioni malavitose.

Ad ogni modo, in Veneto si è creata una solida rete istituzionale che porta avanti attività di studio, prevenzione, formazione, promozione della legalità e monitoraggio. La Regione ha stipulato diversi Protocolli di legalità con enti istituzionali, in particolare quello con la Guardia di Finanza per monitorare gli appalti legati al PNRR.

Il Presidente Zanoni ha osservato che “dalla relazione è emerso come la questione- mafia rappresenti una effettiva minaccia per la nostra Regione, in quanto gli auditi ci hanno confermato che la criminalità organizzata e mafiosa è molto forte in ordine a fenomeni illegali come quelli della droga, della tratta degli esseri umani, dell’estorsione”.

“Come commissione chiederemo che le prossime relazioni contengano dati più approfonditi a livello Veneto, suddivisi per provincia, in modo da poter disporre di un quadro ancora più preciso e dettagliato sullo stato di attuazione della L.R. n. 48/2012”, ha concluso Zanoni.

Per il Vicepresidente Bet “c’è la necessità di un coordinamento sovrastrutturale per armonizzare le diverse iniziative finalizzate a promuovere la cultura della legalità”. Il Vicepresidente ha anche sottolineato “la corretta modalità con cui la Regione del Veneto si sta approcciando per prevenire e contrastare la criminalità organizzata e mafiosa. Mi riferisco, in particolare, ai numerosi Protocolli di legalità stipulati con enti istituzionali: ciò rappresenta un modello da prendere ad esempio e possibilmente esportare in altre regioni. Positive anche le iniziative a rilevanza pubblica finalizzate a sensibilizzare i vari settori della società veneta, nonché la predisposizione di progetti di formazione per la P.A. Bene prevedere una cabina di regia e adottare la prassi di condividere dati, informazioni e iniziative. Dall’analisi dei dati riportati nella relazione scaturisce quindi un giudizio molto positivo sulle azioni messe in campo dalla Regione Veneto per prevenire e contrastare le organizzazioni malavitose”. Il consigliere Bet ha altresì sottolineato come “il Veneto è terra di conquista dei mafiosi, non terra di mafiosi”.

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