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Cnpadc, 1 miliardo all' economia reale

Anedda, 'investimenti nel Paese fanno bene ai nostri iscritti'

Redazione ANSA ROMA

"Su circa 7 miliardi e mezzo, circa un miliardo  è investito dalla Cassa nell'economia reale del Paese", cifra che, "se si include la componente mobiliare e i fondi di private equity, è anche più elevata". Ad affermarlo il presidente della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti (Cnpadc), Walter Anedda, a margine del Forum dell'Ente pensionistico professionale  a palazzo Venezia, a Roma. "Nella cifra di 1 miliardo - spiega ancora - si ricomprende anche un 40% investito nell'ambito più prettamente immobiliare. Volendo circoscrivere, pertanto, gli investimenti più vicini all'attività di impresa, ovvero nelle infrastrutture, oggi questo valore d'impegno della Cassa è superiore ai 600 milioni di euro". "Puntare sull'economia reale del Paese non può che far bene ai nostri iscritti", ha concluso, sottolineando che "i maggiori clienti dei dottori commercialisti sono le aziende", ecco, dunque, che allocando risorse anche sulle Piccole e medie imprese "si crea un circolo virtuoso"

Investire risorse in settori determinanti del tessuto produttivo nazionale "significa puntare sulla competitività dell'Italia", e ciò "non può che far bene ai nostri iscritti (67.365 attivi e 7.654 pensionati), visto che il mercato di riferimento della nostra categoria sono le aziende: se le finanziamo, oltre ad avere dei ricavi positivi, in realtà stiamo investendo sui colleghi", ha detto Anedda . A dare ulteriore smalto alle intenzioni dell'Ente lo stimolo arrivato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, secondo cui "il Paese deve allargare i suoi investitori" e, in questo scenario, le Casse previdenziali private possono trovare utili sbocchi, malgrado l'annosa questione della doppia tassazione cui sono sottoposte (sui rendimenti da investimento - "visto che, pur essendo Enti di primo pilastro pensionistico, subiamo lo stesso prelievo dei fondi speculativi", ha evidenziato Anedda - e sulle prestazioni erogate). Quello del 'peso' fiscale è "un problema evidente", ha proseguito il ministro, però, per poterlo sciogliere "bisogna trovare le adeguate coperture finanziarie". E', inoltre, "auspicabile" che Casse e dei Fondi pensione "investano di più" nei comparti produttivi nazionali e, in particolare, nelle Piccole e medie imprese, a giudizio del presidente del Gruppo tecnico credito e finanza di Confindustria Matteo Zanetti, mentre il deputato del M5s Stefano Buffagni si è detto favorevole ad "aprire un dibattito" quanto prima con gli Enti dei professionisti, anche per procedere ad una "rivisitazione degli incentivi fiscali" proposti finora per le loro operazioni finanziarie, e che, a detta del numero uno della Cnpadc, non sono risultati del tutto efficaci. Vicinanza ai dottori commercialisti e, in generale, al tessuto imprenditoriale che beneficerà degli investimenti avviati è stata espressa pure dall'esponente della Lega Massimo Garavaglia, sicuro che per rimettere in moto alcuni ambiti economici della Penisola servano "più regole a favore dell'impresa, che soldi". Nel 2018 la Cassa "ha raddoppiato il suo investimento nell'istituzione 'principe' della finanza" dello Stivale, ovvero "la Banca d'Italia: oggi siamo al 2% del capitale - ha affermato Anedda - vedremo, l'anno prossimo, se incrementare la quota fino al limite massimo di acquisizione che ci viene consentito" (il 3%, ndr). Al governo che si insedierà, infine, dopo le elezioni del marzo scorso, la richiesta del vertice della Cnpadc è, innanzitutto, di rivedere la duplice imposizione fiscale che interessa gli Enti: "Non chiedo, né mi illudo che possa accadere, allo Stato di rinunciare all'importante mole di imposte che le Casse di previdenza pagano. Il mio auspicio - ha concluso - è che si possano compiere dei primi passi per abbassare il livello di tassazione".

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