(ANSA) - ROMA, 04 GIU - "Garantire l'autonomia degli Enti
di previdenza privata nell'utilizzo delle proprie risorse,
attraverso ad esempio l'impiego di una parte dei rendimenti
degli investimenti per il finanziamento delle iniziative di
assistenza a supporto degli iscritti in difficoltà rappresenta,
specie in questo momento, uno strumento strategico fondamentale
non solo per poter assicurare interventi puntuali ed efficaci,
ma anche nel senso di una semplificazione delle procedure e del
giusto coinvolgimento di chi conosce più da vicino il mondo
delle professioni e le criticità che attraversa". Parola del
presidente della Cassa previdenziale dei dottori commercialisti
(Cnpadc) Walter Anedda, commentando le parole del ministro del
Lavoro Nunzia Catalfo, che agli 'Stati generali delle
Professioni italiane' ha confermato il suo sostanziale parere
favorevole alla possibilità di garantire una maggiore autonomia
alle Casse nell'utilizzo dei propri fondi per interventi di
assistenza. "Per quanto riguarda invece l'esclusione dei
professionisti dai contributi a fondo perduto, credo il Governo
abbia pregiudizialmente dato una diversa declinazione al termine
"perduto": da aggettivo a verbo. Imprese e certi professionisti
ricevono il contributo a fondo perduto, mentre altri, quelli
ordinistici, hanno perduto i contributi del fondo. Pregiudizio
totalmente ingiustificato dal momento che proprio le libere
professioni svolgono un ruolo fondamentale non solo come
attività economica a sé stante con dipendenti e costi fissi da
sostenere, ma anche e soprattutto nel supporto che offrono alla
crescita del sistema Paese", chiude il numero uno della Cnpadc.
(ANSA).