(ANSA) - ROMA, 16 GEN - Dopo la promozione 'bipartisan'
dell'equo compenso per le prestazioni professionali (la norma ha
ottenuto il via libera il mese scorso, allo scadere della XVII
Legislatura, ndr), i partiti fanno un passo in avanti,
spingendosi ad immaginare il ripristino dei minimi tariffari,
cancellati nel 2006 mediante le cosiddette 'Lenzuolate' di
liberalizzazioni dell'allora ministro dello Sviluppo economico
Pier Luigi Bersani. "Ero contrario all'abolizione prima di
entrare in Parlamento, e lo sono ancora. Sono a favore della
reintroduzione delle tariffe minime", ha scandito il
responsabile Giustizia del Pd David Ermini, durante il dibattito
promosso questa mattina dall'Ordine degli avvocati di Roma,
presieduto da Mauro Vaglio. Ad appoggiare l'idea di un ritorno
al passato anche il senatore di Fi Lucio Malan, così come il
responsabile Giustizia della Lega Nicola Molteni: "Si può, e si
deve tornare ai minimi tariffari. Il reddito dei circa 2 milioni
di professionisti italiani si è contratto, dal 2006 in avanti,
non soltanto a causa della crisi, ma anche in virtù
dell'abolizione delle tariffe", ha sostenuto l'esponente del
Carroccio. Ad esprimere, invece, contrarietà riguardo ad un loro
eventuale ripristino è stato il deputato del M5s Alfonso
Bonafede: la norma sull'equo compenso, ha affermato, "è un buon
inizio, ma l'impatto è tutto da verificare". Sfavorevole si è
detto, però, a rimettere nell'ordinamento i minimi tariffari,
"perché è bene consentire ad un giovane avvocato che vuole stare
sul mercato di potervi derogare", ha concluso. (ANSA).