(ANSA) - ROMA, 27 NOV - Salgono le quotazioni (e le
opportunità di lavoro) per chi svolge attività di 'e-reputation
manager', poiché "con l'entrata in vigore del Gdpr, il
Regolamento generale per la protezione dei dati, e la crescente
pervasività del web, il diritto di rimuovere informazioni lesive
per la reputazione online è divenuto una necessità sempre più
sentita tra le persone", come sottolinea il network di startup e
professionisti Workengo.it che. La conferma, si legge in una
nota, "arriva anche dai dati (fonti ufficiali Google): in
Italia, in ragione delle leggi europee sulla privacy, dal 2014
ad oggi sono stati registrati più di 70.000 richiedenti il
diritto all'oblio, ovvero circa l'8% dello scenario
internazionale, e la cancellazione dal web di circa 300.000
contenuti online". Il diritto all'oblio, si ricorda, "è
tecnicamente il diritto ad "essere dimenticati" da internet, a
non veder riproposti su motori di ricerca o testate telematiche
determinati fatti che sono stati oggetto di cronaca passata, nel
momento in cui questi fatti non presentino più il carattere di
attualità e interesse collettivo". Il fondatore di Workengo.it
ed 'e-reputation manager' Marco Aurelio Cutrufo, riferisce che
finora "sono stati trattati casi di imprenditori, politici,
professionisti e privati cittadini. Il caso più frequente è
quello di notizie online in cui, ad esempio, un imprenditore
risulti indagato, ma sia successivamente assolto, o del tutto
innocente, con un danno di reputazione causato dalla notizia che
rimane sul web". La figura professione, dunque, avanza, perché
un 'e-reputation manager' è "in grado di studiare e implementare
in modo sicuro ed efficace, con l'unico obiettivo di ristabilire
l'equilibrio e difendere la reputazione digitale che influenza
in modo diretto l'opinione delle persone ogni giorno". (ANSA).