(ANSA) - ROMA, 17 GEN - "Un segnale concreto dal governo e
dal Parlamento per risolvere l'annosa questione dell'equo
compenso dei professionisti": ad invocarlo Confprofessioni, in
pressing su Palazzo Chigi per correggere la norma che ha
introdotto il principio dell'equo compenso delle prestazioni
professionali rese alla Pubblica amministrazione. Secondo il
presidente della Confederazione di diverse categorie di
lavoratori autonomi Gaetano Stella, "i tempi son maturi per
precisare una volta per tutte la nullità dei bandi gratuiti
della Pa e riconoscere l'effettivo valore economico delle
prestazioni professionali. Se l'equo compenso non ha trovato
spazio nell'ultima Legge di Bilancio, governo e Parlamento
possono ora chiarire la loro posizione nei confronti di migliaia
di liberi professionisti, inserendo un emendamento 'ad hoc'
sull'equo compenso, magari all'interno del Milleproroghe, in
discussione in queste ore al Senato". Si tratta, incalza, di
"una questione vitale per moltissimi professionisti, soprattutto
dell'area tecnica già colpita da una dura crisi, che operano con
la Pubblica amministrazione. Chiediamo, quindi, che venga
eliminato definitivamente il malcostume della Pa di conferire
incarichi gratuiti negli appalti pubblici e di servizio. Al
tempo stesso, è necessario arrivare anche a definire dei
parametri di riferimento per l'equo compenso per tutte quelle
professioni non regolamentate che non dispongono di criteri per
la liquidazione giudiziale dei compensi", si chiude la nota di
Confprofessioni. (ANSA).