(ANSA) - ROMA, 21 GEN - "Apprendiamo dalla stampa lo stato
di agitazione degli uffici dell'Agenzia delle Entrate, oltre a
quelli dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, previsto per il
prossimo 23 gennaio, e che sarà messo in atto per denunciare le
difficoltà di svolgere adeguatamente il proprio lavoro a seguito
della carenza di personale, di un'organizzazione obsoleta e del
taglio dei fondi per i lavoratori". Lo scrivono, in una nota, i
presidenti dei sindacati Adc (Associazione dottori
commercialisti) e Anc (Associazione nazionale commercialisti)
Maria Pia Nucera e Marco Cuchel, osservando come "gli uffici
dell'Agenzia delle Entrate rivendicano legittimamente il diritto
di lavorare in condizioni adeguate, e di non dover
compromettere la qualità dei servizi forniti ai cittadini e la
stessa attività di recupero dell'evasione". I commercialisti,
affermano i vertici dei sindacati dei professionisti, "da sempre
rivendicano il diritto di essere messi nella condizione di
assistere in modo adeguato cittadini e imprese nel loro rapporto
con il fisco, e pertanto possono ben comprendere le motivazioni
della protesta dell'Agenzia delle Entrate, anche se c'è da
augurarsi che questa non ottenga la stessa risposta che i
commercialisti hanno ricevuto dopo lo sciopero della categoria"
(che si è svolto tra fine settembre e inizio ottobre 2019, per
protestare dopo il caos generato dall'introduzione degli Indici
sintetici di affidabilità fiscale, che hanno sostituito gli
studi di settore, ndr), perché pur avendo "chiesto più volte
alle Istituzioni il riconoscimento della rimessione in termini
per i commercialisti che hanno partecipato allo sciopero, la
richiesta ad oggi non è stata accolta e questo silenzio ha leso
e negato l'esercizio del diritto all'astensione collettiva, un
diritto riconosciuto e garantito dalla Costituzione". (ANSA).