(ANSA) - ROMA, 27 SET - "Dopo mesi di rinvii, ricorsi,
sentenze, regolamenti e dubbi sulle modalità, non si inizierà a
votare. Questo è un dato di fatto e, al momento, possiamo solo
definirci frastornati": è quel che si legge nella nota
dell'Unione giovani dottori commercialisti (Ungdcec), presieduta
da Matteo De Lise, dopo che il Tar del Lazio, con sentenza del
giudice monocratico, nella serata del 25 settembre, ha accolto
in via cautelare il ricorso presentato per l'annullamento della
delibera dello stesso Consiglio nazionale dello scorso 4 giugno
con la quale è stata fissata la data delle elezioni per il
rinnovo degli Ordini locali della categoria professionale per i
giorni 11 e 12 ottobre prossimi.
"Come sindacato che chiede da mesi come "unica stella polare"
il voto, non possiamo più transigere, lo dobbiamo a noi stessi,
alla nostra dignità di sindacalisti ed al rispetto verso una
professione che amiamo", va avanti la nota. "Avevamo rivolto ai
colleghi parole di esortazione per andare a votare auspicando un
rapido passaggio di consegne ai nuovi eletti. Ci risvegliamo, in
una domenica autunnale, in un nuovo incubo dove gli ingredienti
sono burocrazia e interessi personali. Tralasciando e
dimenticando i diritti degli iscritti - scrive, invece, l'Adc
(Associazione dottori commercialisti), guidata da Maria Pia
Nucera - il Tar sospende nuovamente le elezioni dei
commercialisti, in alcuni casi ad urne aperte, anche solo per
corrispondenza", aggiungendo di ritenere "incredibile" che un
Ente pubblico, "sotto sorveglianza del ministero della
Giustizia, non sia in grado di compiere da tempo i pochi e
necessari passi per arrivare al rispetto della democrazia e del
voto".
Intanto, il Consiglio nazionale dei commercialisti,
presieduto da Massimo Miani, ha reso noto d'aver dato mandato ai
suoi legali di proporre appello al Consiglio di Stato che si
dovrebbe esprimere, in via cautelare, già oggi, lunedì 27
settembre. Allo stato attuale, recita la nota dell'Ordine
nazionale, "il procedimento elettorale è sospeso quantomeno fino
alla pronuncia del Consiglio di Stato. Ne consegue che anche il
programmato voto per corrispondenza è sospeso. In particolare,
nelle more della decisione del Consiglio di Stato, si invitano
gli Ordini a sospendere fin da subito le operazioni di voto per
corrispondenza", si legge, infine. (ANSA).