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Omicidio bracciante agricolo, un arresto

Omicidio bracciante agricolo, un arresto

L'arrestato è stato rintracciato a Taranto, a bordo di un camper

TARANTO, 20 febbraio 2018, 19:15

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stato individuato e arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando provinciale carabinieri di Taranto e della Compagnia di Massafra il presunto autore dell'omicidio di Cosimo Dragone, bracciante agricolo di 45 anni trovato morto, con ferite alla gola, nella sua abitazione, dove abitava solo, in località Pino di Lenne, a Palagiano, il 6 gennaio scorso. In carcere, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare, è finito un 47enne di Massafra accusato di omicidio, porto e detenzione in luogo pubblico di armi da sparo. L'arrestato, nei cui confronti sono stati raccolti elementi considerati di elevata gravità indiziaria, è stato rintracciato a Taranto a bordo di un camper nei pressi di un cantiere navale che si trova nel quartiere Tamburi.
   

Sarebbe stato un debito che la vittima aveva con il presunto assassino, il movente dell'omicidio di Cosimo Dragone, bracciante agricolo di 45 anni, il cui corpo fu trovato il 6 gennaio scorso nella sua abitazione a Palagiano. L'arrestato è un commerciante, Salvatore Bocconi, con precedenti penali, amico della vittima. Nei suoi confronti è stata emessa una ordinanza di custodia cautelare dal gip Martino Rosati su richiesta del sostituto procuratore Remo Epifani. Alcuni conoscenti del bracciante ucciso hanno riferito di un presunto debito di denaro contratto da Dragone nei confronti di Bocconi, che avrebbe fatto deteriorare il rapporto tra i due al punto da sfociare, spesso, in accesi litigi nel corso dei quali il commerciante avrebbe minacciato di morte l'amico. Il corpo senza vita di Dragone fu rinvenuto la mattinata del giorno dell'Epifania, ma l'omicidio sarebbe stato commesso, stando alle indicazioni del medico legale, intorno alle ore 21 del 4 gennaio. Il bracciante fu raggiunto alla gola da un colpo di fucile calibro 16. Inizialmente si pensava che fosse stato accoltellato. Dagli accertamenti investigativi è emerso che nel corso di un tentativo di chiamata, la sera dell'omicidio, il telefono di Bocconi ha agganciato la stazione radio base ubicata a Palagiano, nella cui area di copertura ricade l'abitazione della vittima. Le telecamere hanno poi immortalato un'auto con una persona a bordo e con la lampada destra del porta targa fulminata, mentre percorreva la stradina di accesso all'abitazione di località Pino di Lenne per poi allontanarsi velocemente dopo circa 12 minuti. Dopo l'omicidio Bocconi avrebbe danneggiato gli pneumatici della macchina in uso ai genitori della vittima nel proposito di ritardare la scoperta del cadavere. In seguito l'uomo ha smesso definitivamente di usare il proprio cellulare, rendendosi irreperibile. In un'abitazione dell'agro di Mottola in uso al commerciante i carabinieri hanno rinvenuto, occultate in una panca all'esterno della villa, 15 cartucce per fucile da caccia calibro 16 compatibili con quella impiegata per l'omicidio.

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