"Se vogliamo evitare tensioni sociali
le famiglie in difficoltà vanno aiutate e pure in tempi
strettissimi. Chiamiamolo reddito di quarantena, chiamiamolo
come volete, ma è indubbio che bisogna mettere soldi nelle
tasche delle famiglie colpite da questa crisi". Lo dichiara in
una nota il segretario generale della Cgil Puglia, Pino
Gesmundo, evidenziando che in Puglia, "forti criticità causate
dal blocco si sommano a fragilità già evidenti. E da qui nasce
la necessità di strumenti più estesi di tutela".
Per Gesmundo il "sostegno dello Stato deve essere
generalizzato, perché la fascia di famiglie in difficoltà si è
estesa". Il segretario regionale della Cgil ricorda che prima
ancora della pandemia in Puglia l'indice di occupazione era
"sotto la soglia del 50%, la disoccupazione giovanile fino a 24
anni sfiorava il 50% e lavoratori a bassa paga quasi il 20% del
totale. La soglia del disagio, l'incidenza della povertà
relativa toccava il 21,6%". "A questo scenario - aggiunge
Gesmundo - ora si sommano quanti hanno perso il lavoro perché
occupati in attività che sono state costrette a chiudere, i
piccoli commercianti, gli artigiani, gli autonomi, che comunque
hanno visto ridurre se non azzerate le proprie entrate".
Gesmundo annuncia, infine, che "domani ci sarà una
videoconferenza con gli assessori al lavoro e al welfare, con i
sindacati, l'Anci, il terzo settore, per capire come intervenire
in questa fase, anche alla luce delle risorse stanziate dal
Governo".
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