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BARI, 30 marzo 2020, 14:58

Redazione ANSA

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"Se vogliamo evitare tensioni sociali le famiglie in difficoltà vanno aiutate e pure in tempi strettissimi. Chiamiamolo reddito di quarantena, chiamiamolo come volete, ma è indubbio che bisogna mettere soldi nelle tasche delle famiglie colpite da questa crisi". Lo dichiara in una nota il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, evidenziando che in Puglia, "forti criticità causate dal blocco si sommano a fragilità già evidenti. E da qui nasce la necessità di strumenti più estesi di tutela".
    Per Gesmundo il "sostegno dello Stato deve essere generalizzato, perché la fascia di famiglie in difficoltà si è estesa". Il segretario regionale della Cgil ricorda che prima ancora della pandemia in Puglia l'indice di occupazione era "sotto la soglia del 50%, la disoccupazione giovanile fino a 24 anni sfiorava il 50% e lavoratori a bassa paga quasi il 20% del totale. La soglia del disagio, l'incidenza della povertà relativa toccava il 21,6%". "A questo scenario - aggiunge Gesmundo - ora si sommano quanti hanno perso il lavoro perché occupati in attività che sono state costrette a chiudere, i piccoli commercianti, gli artigiani, gli autonomi, che comunque hanno visto ridurre se non azzerate le proprie entrate".
    Gesmundo annuncia, infine, che "domani ci sarà una videoconferenza con gli assessori al lavoro e al welfare, con i sindacati, l'Anci, il terzo settore, per capire come intervenire in questa fase, anche alla luce delle risorse stanziate dal Governo".
   

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